12 settembre 2012

Orzo, sgombro e pomodori secchi

La verità è che morivo dalla voglia di assaggiare lo sgombro. In 27 anni non mi era mai capitato di trovarmelo in frigo (o forse sì, ma non ricordo, ma credo di no), ma ora che vivo da squatter ho occupato una casa con dentro un frigo con dentro un barattolo di sgombro, e me lo sono fatto.

In questa casa c'era anche dell'orzo perlato (25 min di cottura), qualche spezia e qualche erba aromatica e soprattutto ‒ stando a quel che viene fuori cercando ricette con lo sgombro su Google ‒ la morte sua dello sgombro: i pomodori secchi. Sicché ho improvvisato un soffritto d'aglio, basilico liofilizzato (ma avrei voluto avere del prezzemolo), alloro (tanto per) e pepe nero, in cui ho scaldato lo sgombro dopo averlo sgocciolato; e poi ci ho messo quattro pomodori secchi tagliati a listarelle, ma giusto il tempo di girarli.

Oh, era buono.

17 luglio 2012

Pasta ai capperi

Sono caduto in disgrazia, ultimamente devo proprio tirare la cinghia, sicché due giorni fa ho deciso di consumare un barattolo di capperi che aveva comprato tempo fa un mio ospite. L'idea era di condirci una pasta, ma non avevo il tonno, e così pensavo fosse un'impresa disperata: aglio olio peperoncino e capperi? pasta al burro e capperi? olio capperi e parmigiano? Una ricerca mirata su Google mi ha dato una ricetta per cui non avevo gli ingredienti giusti; tuttavia mi ispirava e ho deciso di arrangiarmi con le spezie a mia disposizione.

Ingredienti:

Pennette rigate
Capperi (mezzo barattolino/2 cucchiai)
Olio
Prezzemolo
Origano al posto del rosmarino
Timo al posto della salvia
Sale
Pepe
Parmigiano grattugiato

Mentre la pasta è in pentola, basta tritare capperi e prezzemolo e pestarli in una ciotolina con le spezie. Prima di scolare la pasta, questa sorta di pesto va allungato con un po' di acqua di cottura, ed è fatta. Il parmigiano, oltre a essere buono, è necessario perché altrimenti il condimento risulta troppo acido. Col formaggio è la fine del mondo. Poi un giorno magari proverò a farla per bene, con la salvia e il rosmarino, ma non è niente male neanche così.

25 giugno 2012

DIFFICILE REPERIBILITA'

In un libro  - “Di seta e di sangue”, di Qiu Xiaolong -  è riportato questo brano:

“La narrazione venne interrotta dall’apparizione di Nuvola Bianca che portò i quattro piatti freddi con le specialità della casa su un vassoio d’argento
<lingue di passero fritte, zampe d’anatra marinate nel vino, occhi di bue stufati, labbra di pesce cotte al vapore nelle zenzero – disse lei – preparati secondo il menu originale ritrovato nella magione.>”

Pensavo che fra i quattro l’unico preparabile in Italia è il piatto di occhi di bue stufati. Le lingue di passero sono di difficilissima reperibilità, le zampe d’anatra magari sì, ma al massimo due, le labbra di pesce – interessantissima ricetta – di quale pesce? Mica uno a caso!
Invece, chiedendo al macellaio, magari uno potrebbe procurarsi un tot di occhi freschi da cucinare. Il problema è la ricetta che non è facile da trovarsi.


14 giugno 2012

PollOspedaliero

Giuro e spergiuro, l'ho mangiato ieri in mensa in ospedale, in pausa cena durante il turno. E ho deciso di replicare presto a casa, che senza atmosfera di mensa intorno verrà ancora meglio.
Semplice e rapido: pollo sfilettato o spezzettato o dadinato, come vi aggrada di più (quello nel mio piatto ieri era a straccetti, saltati in padella); pomodorini ciliegini tagliati a quartini, olive nere sminuzzate, qualche rondellina di sedano fresco. Il tutto condito con sale olio e limone, ma a casa di sicuro mi sbizzarrirò con qualche aggiunta: ad esempio, per me i semi di papavero o di sesamo ci stanno che è una meraviglia.
Et voilà, insalata fredda di PollOspedaliero.

7 giugno 2012

quanto ci mettono a cuocere le patate al forno?

la prima risposta che mi viene da dire è che dipende dalla temperatura del forno, dalla freschezza delle patate e dal tipo di taglio.
il consiglio migliore che posso dare a chi si ponesse questo problema è di tagliare in due le patate per il lungo, poi tagliarle a fette di circa mezzo centimetro, in modo da ottenere delle specie di mezzelune. poi di oliare la leccarda, passare le patate una a una sull'olio e poi disporle tutto intorno, un po' sovrapposte, in modo che siano oliate da entrambi i lati. una spruzzata di sale e un rametto di rosmarino e sono pronte per essere infornate, a duecentoventi gradi.
ora il trucco: per sapere quando sono cotte mettete al centro della leccarda un dentice con la pancia piena di erbe aromatiche. quando è cotto lui, sono pronte anche le patate.

6 giugno 2012

ritorno al futuro

questa ricetta non l'ho mica ancora fatta, presumibilmente la faccio stasera.
però, essendo come mcfly e cioè non codardo, sono confidente quindi la scrivo subito, altrimenti va a finire come con la zuppa di vino di capodanno, che voi l'avete vista? no. infatti.
ma questa. questa. questa non l'ho ancora fatta ma si fa così:
abbiamo delle mazzancolle che dobbiamo pulire dal budello nero che c'è sulla schiena, che altro non è che quella roba li. per fare questo va tolto anche il carapace ma questo ci vien buono per dopo quando mangeremo.
io tolgo anche la testa, ma voi fate come volete.
però prima, o nel frattempo se siete trini, occupatevi degli asparagi.
si ci sono anche gli asparagi.
le punte ce le teniamo intere, i gambi li facciamo a rondelline. entrambi li facciamo andare in acqua bollente salata per un po'.
dopo salterei un po' tutto con olio e magari timo. a un certo punto tolgo le punte e continuo con i gambi a rondelle sfumandoli con un po' di vino bianco aggiungendo masala (una nota miscela indiana di spezie di colore giallo-arancio).
tutta questa robetta, con aggiunta d'olio, la frullo con un po' di acqua di cottura e ottengo una cremina.
torno alle mazzancolle che faccio saltare (poco) con olio agliato, poco poco pepe e ancora timo, come richiamino.
abbiamo finito: disponiamo le mazzancolle con le punte di asparagi e inondiamole con la cremina.
vogliamo metterci sopra un gambino di timo? mettiamocelo dai.

11 maggio 2012

bottarga macrobiotica

devo decisamente imparare a dire di forse. perché a dire di no poi ci vuole più tempo, e una qualche casualità, ad arrivare al sì.
così dopo mesi passati a dire no, quella roba nel mio piatto non ce la metto, intenerito da un padellino di semi di sesamo tostati, che a vederli languire lì mi mettevano tristezza, li pesto nel mortaio (tenuto in braccio, e girando il pestello sempre nello stesso senso, mi dicono) fino a farli diventare una pappa grumosa che si chiama gomasio.

che strano, sembra bottarga.

e allora: spaghetti, olio di sesamo, gomasio.
non c'entra un cazzo con la bottarga, ma l'aspetto è identico e il sapore è proprio buono.

10 maggio 2012

Arancia semifredda (per un maggio quasi caldo)

Il calendario dice che è maggio inoltrato, anche se fino a ieri guardando fuori dalla finestra sembrava ottobre. Oggi però c'era un bel sole, stavi per farti una fresca spremuta d'arancia e poi ti sei accorta di avere un certo languorino che non è fame, è più voglia di qualcosa di buono... ed ecco una buona idea per un semifreddo all'arancia e ricotta. Di arance ne hai già spremute un paio, tenendo da parte le bucce come coppette (siete in tre in casa ma non fa nulla, la quarta ve la giocate a dadi...vince sempre la nonna). Il succo di arancia con quattro cucchiaioni di zucchero, diciamo uno per ogni coppetta, vanno scaldati a fuoco moderato e fatti bollire per due o tre minuti non di più, fino ad ottenere uno sciroppo caldo. A questo sciroppo caldo si aggiungono due fogli di colla di pesce e lo si lascia raffreddare (e se non hai la colla di pesce, la vai a comprare e il semifreddo te lo mangi domani). Un po' di ricotta fresca (150 grammi) mescolata e rimescolata in un recipiente con un cucchiaio di legno fino a farla diventare una cremina morbida, con l'aggiunta dello sciroppo mentre stai ancora mescolando, completano l'opera. Riempi le coppette e lascia in frigorifero per un'oretta o due (se la nonna non reclama perchè vuol far merenda subito). Se sei fedele alla ricetta originale, servi con scorzette candite di arancia; se sei un inguaribile goloso, servi con scagliette di cioccolato; se sei a dieta, servi e basta.

16 aprile 2012

polpettone catarì

e sì che è talmente semplice, da fare, che non dovrebbe nemmeno essere difficile indovinarne gli ingredienti. fagiolini, patate. bolliti e schiacciati, mischiati con un uovo e un po' di pan grattato. stesi su una teglia bassa, la superficie rigata con un forchetta e cosparsa di...
ecco, dev'essere stato l'ingrediente segreto a confonderla:
- ma che cosa ci hai messo per dare quel sapore così buono? sa di... di... ecco: sa di pizzette catarì!
- ehm... origano?

4 aprile 2012

Sono due giorni che vorrei fare un'insalata tiepida con striscioline di pollo saltato, patate lesse a fette su letto di rucola, condito con olio, sale, pepe e foglioline di basilico. Ma il marito è malato, non mangia nulla, vuole che stia lì a misurargli la febbre. Così gli faccio le coccole e non cucino.

15 marzo 2012

capussi

il cavolo cappuccio in trentino regna sovrano. si mangia crudo tagliato finissimo. sembra tagliato coll'affettatrice. invece li è l'uomo che taglia il capussi. si mette li coll'asse di legno, il coltellaccio e mentre ti offre un bicchiere di teroldego e un pezzetto di spéck col suo bel lardo rigorosamente attaccato, tagliuzza il capussi fini fini.... poi te li mangi crudi o stufati o saltati in padella (io lo metto nel wok con olio sesamo e pomodorini tagliati - che lasciano la loro acquina - ma se mi vede il troll di turno mi fulmina.)

22 febbraio 2012

Incubo

Questa notte ho avuto un incubo. Un enorme cervo mi inseguiva e io scappavo.
C'era altra roba ma l'importante è questo. Cervo bastardo.

Io voglio vendicarmi e ho intenzione di prepararmi un po' di cervo al civet. La ricetta sarà più o meno la solita, credo. Tipo il brasato di bue, magari con un po' di ginepro.

31 gennaio 2012

Gamberoni alle verdure

Quando a volte ho voglia di creare, apro il cassetto delle verdure e vedo che cosa ci trovo dentro e poi comincio a creare la ricettina.
Mezzo porro affettato sottile, un peperone rosso tagliato a listarelle, un radicchio di verona tagliato a tocchetti sale, pepe, un filo d'olio e due bicchieri d'acqua.
Facciamo cuocere per un 15 min e aggiungiamo un 300gr di gamberoni sgusciati e dei semi di sesamo.
Servite il tutto adagiando su crostoni di pane insaporito con olio e aglio.

30 gennaio 2012

Non si butta via niente

Io già ve lo avevo detto di spremere i limoni e congelare il succo in cubetti, ma ora eccoci ad una nuova frontiera della conservazione (e qui mi parte in sottofondo la sigla di star trek): la buccia!
Perchè se prima di spremere il limone fai delle listarelle sottili di buccia con il pelapatate, poi metti le striscioline su un foglio di scottex a seccare, poi le fai a tocchetti piccoli e le infili in un macinapepe, allora ottieni della buccia di limone pronta da spargere su questa e quella pietanza. Il profumo resta. E, come mi ha insegnato Cinas, sulle zuppe di legumi sta 'na favola.

27 gennaio 2012

branda, branda, branda! cujun! cujun! cujun!

chissà se il merluzzo del nord atlantico, nella sua breve vita errabonda, ha abbastanza fantasia per immaginare di finire prima in una rete, poi tagliato in due ed essiccato al sole e al gelo, poi esportato a sanremo. il merluzzo conosce l'esistenza di sanremo? il merluzzo canta canzoni italiane? e soprattutto può immaginare di diventare una crema spalmata sui crostini di pane?
il nome, brandacujun, viene dal fatto che in origine la moglie bolliva lo stoccafisso con le patate, poi li metteva in una pentola o una scatola con olio limone sale aglio erba cipollina e quelchecè, e il marito la scuoteva finché non  si disfaceva tutto e diventava una crema, facendosi un mazzo tanto.
il minipimer è più comodo.

11 gennaio 2012

Torta al cioccolato

La facevo spesso al ristorante dove lavoravo, durava parecchio, perchè appare quasi come se fosse troppo dura da mangiare, ma il bello di questa torta è che basta metterla pochi secondi nel micronde e pare di mangiare un budino.
Andiamo con le dosi.

350 gr di cioccolato fondente
450 gr di burro
400 gr di farina tipo 00
300 gr di zucchero
80 gr di cacao amaro
400 ml di acqua
150 gr di bailye o di un liquore non troppo forte
2 cucchiai di caffè solubile
1 bustina e mezzo di lievito
3 uova intere

Prendete una di quelle padellone grandi e alte dove di solito fate pollo e verdura per quantità industriali e metteteci dentro il cioccolato fondente, il burro, lo zucchero, il caffè solubile, l'acqua e il liquore e a fuoco lento fate andare fino allo sciogliemento totale di tutto.
A parte in una ciotola capiente mettete la farina, il cacao amaro e lievito, mescolandolo con le mani.
Quando il composto sciolto è intiepidito aggiungete a pioggia il la farina+cacao+lievito, mescolando con un frustino velocemente quando abbiamo finito una alla volta mettete le uova.
Imburrate e infarinate lo stampo per la torta, a bordo alto mi raccomando e mettete in forno a 160° per 45 min.

Lasciatela raffreddare, dura molti giorni come torta.
Consiglio di servirla o con del gelato o con della crema pasticcera calda.

...e buon appetito

9 gennaio 2012

Insalata in quattro facili passi

Uno. Il mio rapporto con la frutta è di sostanziale indifferenza: non posso dire che mi faccia schifo ma non mi capita mai di aver voglia di mangiarla. Dico mai.
Due. Ad Amanda manca totalmente il senso della misura, così se decidesse di fare un carpaccio di tonno con mela e rucola, le mele che avanzeranno a casa mia saranno almeno tre.
Tre. In compenso se non ho un contorno di verdura non riesco a mangiare. Non in assoluto, è che non riesco a prepararmi una cena decente ma devio su una serata schifezze, roba tipo salame-caffelatte-patatine-torrone-uovosodo.
Quattro. Sbuccio una mela e la taglio a pezzi grossolani, aggiungo sedano verde a tocchetti sottili, condisco con olio e pepe. E adesso posso anche cenare. Davvero.

8 gennaio 2012

anche le lenticchie si stufano

forse è proprio da lì che viene il nome, dalla stufa a legna accesa tutto il giorno, che è una menata da tenere accesa ma è un piacere dell'anima. entrare in casa e sentire quel calore, inumano e profumato. la stufa di ghisa ha almeno settant'anni, e forse si era stufata di stare spenta, resa inutile dal riscaldamento a metano arrivato col nuovo millennio. modernità senz'anima, schiacci un bottone e senti il caldo che arriva da ovunque, senza più quel piccolo centro caldo, a fare casa.
il suo riscatto arriva con una casseruola di ghisa, un soffritto lento di cipolla e carote, un bicchiere di vino in pentola e uno nel cuore. e le lenticchie dentro, coperte d'acqua e innamorate dell'alloro. lente sulla stufa, fino a stufarsi di tutto quel calore. umano.

5 gennaio 2012

le ricette veloci di gianpiero galeazzi

prendi il tomino, lo taglii a metà come se fosse un panino, ci metti due acciughe, pochissimo in forno...fatto.

4 gennaio 2012

Era un notte buia e tempestosa..

"Per me la crema di patate e porri è la regina delle zuppe", scrisse ella mentre il profumo di porri e patate riempiva la stanza..

3 gennaio 2012

il mondo alla rovescia

ebbene sì, un'acciuga può nobilitare un salmone. basta prendere un pezzetto di pane tostato, farci sopra un ricciolo di paté di salmone ri**are, e adagiarci sopra un'acciuga arrotolata intorno a un cappero.

voilà.

p.s. si consiglia gintonic

Capitolo 2: Pippi Cerca-Cose ovvero Il Polpettone delle Meraviglie

Stando a letto abbracciati a guardare il tramonto e le stelle capita di fare piccoli viaggi e mescolare ricordi. Infine mettere tutto nell'enorme calderone della mente e farne emergere una fiaba, perchè dall'incontro tra  l'Uomo del Futuro Intransigente e Pippi Calzelunghe esce una strana e visionaria fantasia. Pippi Cerca-cose, è il suo lavoro, ogni giorno esce di casa  e cerca e colleziona e porta alla luce cio' che è invisibile o che nessuno nota: un giorno un sasso, un giorno una conchiglia, un giorno le parole, un giorno un sapore, un altro i capelli che si posano sui cappotti dei signori e delle signore per la strada che non sanno di perdere un pezzo di loro e che lei trova, raccoglie, conserva. E' così che si formano i Tesori: da un pizzico di curiosità e una manciata di stupore per quello che troviamo sui nostri passi...se sappiamo guardare nella giusta direzione.
Quella mattina di dicembre l'Uomo del Futuro incontra Pippi su un treno e decidono che se lei porta le cose che cerca, se ogni passeggero porta un ingrediente che trova, ci si può mettere lì a cucinare tutti insieme, sulla carrozza di quel treno a vapore che ogni tanto si ferma per rifornirsi d'acqua e non di benzina. E se metti insieme tutto quanto, se ognuno mette in condivisione tutti i piccoli tesori che trova nel solo tragitto da casa al treno, non può che uscirne un incredibile Polpettone delle Meraviglie dal sapore di timo, fiori e poesia. Dall'essenza di cardamomo e coriandolo, e dal color cioccolato dell'anice stellato. Che sia di carne, di verdure o di tonno poco importa ciò che conta è che sia cucinato insieme sul vagone di un treno diretto alle stelle mescolando ciò che si cerca o ciò che si trova, ciò in cui si inciampa, ciò in cui si incappa nel proprio viaggio.