28 dicembre 2009

una balena in babydoll

Io faccio la balena [balena perchè scriver puttanone nel titolo mi pareva un po' forte]. Il babydoll è il regalo di Giulia che non si è accorta dei chili che ho messo su.
Beh, io a Giulia voglio bene e allora da oggi sono a dieta, mica che non uso il suo regalo.
E la mia dieta è una roba sana che seguo a modo mio.
Tipo se esco a cena non se ne parla.
O tipo figurati se rinuncio al latte intero coi frollini a colazione.
O anche però un bicchiere di vino a cena non me lo togli nemmeno se ti metti a piangere.
Detto questo, sul resto divento bravisssssssssssssima.
Anche perchè la mia dieta consente davvero di mangiare decentemente, in pratica consiste in un pasto con carboidrati e verdure e l'altro con proteine e verdure. Ok, niente grassi, ma basta inventare un modo magro per fare le cose.
Tipo che lessi orecchiette e broccoli ma poi eviti di saltarli in padella.
Non fare quella faccia.
Perchè se prendi uno spicchio d'aglio e lo strusci sul piatto, poi ci metti la pasta coi broccoli, ci macini del peperoncino e condisci con il solo cucchiaio d'olio crudo che ti è consentito in un pasto, beh, se fai così, stare a dieta non è poi una tragedia.
E poi il babydoll è davvero bellino. Se non aderisce ai rotoli di pancia, dico.
[le dosi non ve le do perchè sono contraria alle diete passate alla cazzo: le mie quantità sono quelle giuste per me. Il principio di evitare i grassi o quello di non mescolare nello stesso pasto carboidrati e proteine, invece, mi sembra ragionevolmente divulgabile]

23 dicembre 2009

Ecceziunale veramente

La sottoscritta non cucina e non mangia quasi nulla che non sia in linea con la stagione.
La sottoscritta cerca di prendersi la propria Salute ogni giorno (essendo che siamo inanzitutto quello che mangiamo senza farla troppo difficile).
Quindi se mangiamo il pomodoro d'inverno o le fragole o le zucchine non lamentiamoci di essere sballati dentro.
Se mangiamo troiate tutta la vita non lamentiamoci di quel che ci viene a 50 anni.
Mica è colpa del corpo.
Noi siamo il risultato di quello che abbiamo o non abbiamo fatto nei 49 anni precedenti.
Si chiama prevenzione.
Questa lo è, non fare le mammografie.
Prevenire significa essere consapevoli dello stile di vita che si conduce, anche quello interiore per fare si che una cosa NON VENGA, non per scoprirla prima e tutto il massacro che ne consegue e blablabla.

Faccio alcune eccezioni calcolate.

Per esempio in questo periodo - nonostante non sia affatto allineata con i 40 cm di neve fuori alla porta - cucino fave e cicoria.
Filogeneticamente ho trovato un compromesso tra la primavera e l'inverno.
Si tratta di uno di quei piatti che mi fanno letteralmente sballare.
La cicoria o la catalogna spigata (inverno) vengono lessate scolate tagliuzzate ed infine passate in padella con uno spicchio d'aglio.
Le fave (primavera) secche a mollo per 4 ore fatte stufare a fuoco basso con acqua un paio di patate e un pò di sale integrale grosso fino a che non si disfa tutto.
A questo punto frullo col minipimer il composto ancora umido sino ad ottenere una purea.

In ciotole metto la crema di fave, sopra la cicoria saltata, un giro di olio extravergine d'oliva, pepe e se si vuole un pò di pecorino.

La catalogna come tutte le piante amare è coleretica, cioè aiuta ad eliminare la bile in eccesso, in altre parole depura dalla rabbia accumulata durante l'anno, mentre le fave contengono talmente tante cose che andrebbero mangiate a prescindere dal come e quando, tanto per dirne alcune: le sostanze che le compongono sono la base di moltissimi farmaci anti-parkinson, prevengono il cancro, sono utili ai diabetici e apportano le proteine utili senza quelle inutili e dannose presenti nella carne, smaltiscono il colesterolo cattivo così che evitiamo di comprare le troiate di cui sopra tipo l' actimel, che la Natura cura ogni cosa tranne l'incoscienza.

22 dicembre 2009

Biscotti alle spezie e biscotti di vetro che vetro non è

Mannaggia a te e a quando hai deciso che avresti regalato biscotti fatti da te alle amiche per Natale. E allora, in una serata in cui avresti dovuto essere a una festa, ma la festa è stata annullata causa nevicata dell'anno, butti in planetaria 80 gr di burro a pezzettini, 200 gr di farina, 100 gr di zucchero, un tuorlo d'uovo e, visto che è un regalo di Natale, un cucchiaino abbondante di cannella; fai andare tutto a velocità media. Non formi la palla come dicono tutte le ricette, qua si svela un trucco da pasticcere: metti l'impasto tra due fogli di carta forno e lo tiri con il mattarello. Ora lo metti in frigo (o anche fuori sul balcone se in frigo non c'è posto, anche se in frigo fa un po' più caldino) una mezz'oretta. Nel frattempo potresti fare un altro impasto: fondi 100 gr di burro con due cucchiai di miele e quando si è sciolto lo unisci a 200 gr di farina, 1 uovo, 80 gr di zucchero di canna, 1 cucchiaino raso di levito e un cucchiaino abbondante di zenzero o, visto che ce l'hai, di miscela 4 spezie. Tiri la frolla con il mattarello, è piacevolissima da maneggiare: sembra didò. Formi dei biscottini natalizi con gli stampini a stella, abete, palla di Natale (hai cento formine, c'è perfino il dinosauro, cè il tacchno, c'è la cartina degli Stati Uniti e non c'è la palla di Natale, ma uffa) e cuoci a 180°C per dieci minuti, coi biscotti belli distanziati, altrimenti si attaccano tutti e da regalare non sono tanto belli. Ne verranno circa tre teglie: li hai messi dentro dei sacchettini trasparenti per alimenti, legati con un fiocchetto son venuti un bel pensierino.
Ah, già, c'era in frigo la frolla alla cannella. La tiri fuori (o dentro se l'avevi messa sul balcone) e visto che è già stesa non farai alcuna fatica a ritagliare delle formine. Con una formina più piccola tagli i biscotti al loro interno, in modo che vengano fuori una specie di cornice di biscotto (si è capito?) e poni sulla teglia ricoperta di carta da forno. Vai avanti così fino a esaurimento della frolla (e nervoso tuo, che sono già le undici di sera e potevi startene sul divano con un libro, la prossima volta regala dei calzini colorati se vuoi fare un pensierino). Nei buchi dei biscotti ci metti delle caramelle dure trasparenti e colorate che hai pestato fini fini quando eri appena tornata a casa. Cuoci in forno a 180°C per 13 minuti (ma anche meno se era una frolla sottile, basta che non si colorino troppo, altrimenti vengon duri e non si possono mangiare). Fatti raffreddare, insacchettati, infiocchettati, regalo pronto.

Buon Natale "Golosi"

PerchèNataleQuandoArrivaArrivaFoto di lui

20 dicembre 2009

il minestrone serbo

ci voleva un mal di stomaco di quelli potenti, una notte passata con la testa sulla tazza del cesso, alternando plasil e tachipirina. dopo una settimana con gli orari invertiti l'amico ospite era diventato quasi una presenza eterea, ne avvertivo la presenza dal rumore della doccia nel dormiveglia del cuore della notte, dalla porta della sala chiusa al mattino, dalla tazza della colazione nel lavello, al mio rientro. eppure la presenza di un amico basta avvertirla, sapere che c'è e che se ha bisogno di un letto sono ancora in grado di offrirlo. poi quando mi ha visto pallido e febbricitante ha sorriso, ha detto "ci penso io, in serbia quando si sta male facciamo così", è sceso al mercato sotto casa ("ma sai che ho riconosciuto quelli che facevano il mercato sotto casa mia quando abitavo a milano", è incredibile come alcune persone riescano a fare amicizia con chiunque), è tornato con un sacchetto di verdure, ha preso la pentola più grande che avevo e ci ha annegato patate, carote, sedano interi, solo le patate tagliate a metà; prezzemolo, sale. ha detto "tu hai perso molti minerali, hai bisogno di liquidi e verdure per reintegrarli". ci ha buttato un po' di tutte le spezie che ha trovato nell'angolo dei barattolini ("il pepe e il peperoncino no che ti fanno male"), ha lasciato il fuoco acceso ed è andato a lavorare.
io mi sono addormentato, dimenticandomi la minestra sul fuoco e svegliandomi al punto giusto: non era ancora attaccata, non era più un brodone senza senso. ho solo schiacciato le verdure con una forchetta. sarà stata riconoscenza, sarà stata fame, ma credo di non aver mai gradito così tanto una minestra.

Gnocchi, salsiccia e fagioli (o di come ho momentaneamente smesso difumare)

Ho un fastidioso raffreddore e un aspro mal di gola che mi hanno costretto a smettere di fumare. Da qualche giorno bevo solo tè con abbondante miele (il latte non mi piace) e gocce di estratti d'erbe in poca acqua. Ma non sono malato. Sto bene. Posso fare tutto: muovermi, uscire, giocare a palle di neve. L'unica cosa che mi riesce un po' difficile è respirare, ma a parte questo sto bene. È una tragedia.

Nel mezzo di questa odiosa non-malattia e non-salute, allora, volevo un piatto che fosse ipercalorico, non tanto perché sentissi il bisogno di nutrirmi bene per guarire, quanto perché desideravo provare un certo modo di sentirsi sazi che mi ripagasse delle rinunce a cui ero costretto. Allora sono andato a comprare la salsiccia per arricchire un piatto di pasta e fagioli.

Dunque, si mette a saltare la salsiccia, spellata, con uno spicchio d'aglio soffritto. Spellata perché così la si può fare a pezzi piccoli col cucchiaio di legno. Quando è pronta si butta dentro un barattolo di fagioli. Se i calcoli sono giusti, l'acqua per la pasta dovrebbe bollire proprio quando la salsiccia è pronta e vanno messi i fagioli. Comunque non è importante, perché tanto il coinquilino, con innocenza, a quel punto mi fa:
«Volendo c'è ancora quella busta di gnocchi da finire...»

Sicché, si lascia perdere l'acqua della pasta, si svuota la busta di gnocchi (potevano essere 100-150 grammi) nella padella insieme a salsiccia e fagioli, si mette mezzo bicchiere d'acqua e si lascia lì finché l'acqua non si consuma. Poi ci si può mettere anche il peperoncino (anzi, consiglio di metterlo all'inizio, nell'olio, quando si soffrigge l'aglio).

Se poi si accompagna tutto con un bel po' di pane, è garantito che non si avrà voglia né di tabacco né di altro per almeno un paio di giorni.

14 dicembre 2009

il tè a casa papoff® (lacasina® cioè)

non sempre ne lacasina ci sono tutti gli ingredienti de la prova del cuoco, a volte a dire il vero non c'è proprio niente.
quasi niente cioè.
una dozzina di mug e delle bustine di twinings earl grey al bergamotto (il classico cioè) ci sono sempre.
sarà che m'è sempre piaciuto, sarà che poi ho scoperto che il bergamotto arriva dalla calabria (regno degli agrumi diversamente famosi), sarà che mi sono convinto che mi fa passare i dolori di stomaco, ma mi sono fatto una ricetta mia, a prima vista al di fuori di ogni logica.
all'apparenza.
ora, il tè in questione è aromatizzato al bergamotto quindi non servirebbe altro, direbberò i puristi di questo vegetale essiccato da infusi.
ma io purista non sono, anzi.
e quindi giù di abbondantissimo limone.
e poi abbondantissimo zucchero per sopprimere un po' d'aspro del limone.
a questo punto del twinings e del bergamotto non c'è più traccia, ma a me passa il mal di pancia e viene il sorriso.

ecco, mi sono spinto più in là, verso orizzonti mai immaginati.

succede che non sempre ho il limone fresco.
succede che è prassi correggere, che so il caffè con dei liquori.
succedde che spesso, visto che sta nel congelatore, ho il limoncello fatto coi limoni di zia e l'amore di mamma.
e quindi: twinings earl grey al bergamotto, zucchero a piacere, ciuccio di limoncello.
goduria calda.

(il ciuccio è una unità di misura talmente chiara e soggettiva che non mi dilungherò a quantizzarla)

13 dicembre 2009

il segreto dei carciofi

i genovesi, si sa, non buttano via niente. il resto d'italia non capisce e pensa che siano tirchi, in realtà si ricordano della fatica fatta per guadagnare ogni lira. che poi lì dicono ancora franchi, anche se ormai sono euro.
l'unica cosa che buttano in abbondanza sono le foglie dei carciofi. perché il carciofo inganna tutt'italia ma non la liguria: si vende a pezzo e non a peso, quindi verrebbe da scegliere i più grossi: il genovese sceglie i più piccoli, perché lo sa che sono che sono quelli più compatti, più lontani dalla fioritura, senza ancora quella fastidiosa peluria al posto del cuore. non contenti di avere poco carciofo allo stesso prezzo a cui un milanese ne compra uno enorme, ne buttano via un sacco: partono a sfogliare manco fosse una margherita, si fermano solo quando le foglie rimaste sono un bel verdino pallido tenero, che potresti mangiarle anche crude. con lo spelacchino spellano anche il gambo (no, quello non lo buttano, almeno fino a tre dita dal carciofo è buonissimo). poi con un taglio netto recidono le punte, tutte insieme: ma non solo le punte, un bel pezzo, quasi tagliano il carciofo a metà.
quello che resta, insomma, è il cuore. molto, ma molto meno di quello che all'esselunga ti vendono per carciofo già pulito. guardate un genovese pulire un carciofo e vi piangerà il cuore.
però mangiate un carciofo pulito così, e sarà un'altra cosa. per esempio facendo soffriggere dei bocconcini di vitello in olio e cipolla, finché non son belli dorati, poi mettendoci i cuori di carciofo tagliati in quattro, un pugno di pinoli, e una patata a pezzi. dado o sale a seconda dei gusti, coprite e fate andare.
se avrete a tiro una milanese che dice che non le sono mai piaciuti i carciofi, capirà che è solo perché non aveva mai assaggiato quelli puliti da un genovese. e poi non dite che siamo tirchi.

12 dicembre 2009

ilcibodelgiornoprima

Domani viene quasifidanzato. Porta le tagliatelle e il tartufo, il barbaresco già è qui da una scorsa visita. Roba da togliergli il quasi dal titolo, sì, magari domani ci fidanziamo e basta.
Comunque le visite di quasifidanzato son fatte di poco tempo per cucinare insieme, è che si passano le ore in altri modi, e un po' mi spiace ma molto no e allora mi porto avanti.
Già, son diventata bravissima nel cibo che puoi preparare il giorno prima con tutto il tempo che serve e poi mangiare freddo o con una veloce passata in forno.
Tipo oggi ho preparato dei tortini di polenta e funghi.
Che poi si fanno come polenta - gialla - e funghi - trifolati -, solo che poi con la polenta segui le pareti di una ciotolina da macedonia, in mezzo ci metti i funghi e poi tappi con altra polenta.
Quando il tortino si raffredda si stacca da sè dalla ciotola, quindi è facile ribaltarlo sulla carta da forno e metterlo a scaldare mentre prepari una salsa con latte e gorgonzola.
Impiatti e servi con la salsa, taglietelle, tartufo e barbaresco. E gli occhi languidi.

22 novembre 2009

e allora organizziamoci

vediamo se il capo - quanto odio questa definizione, con tutte le responsabilità che ne derivano - è in grado di fare un riepiloghiamo.

presenti alla cena del 29:
dal lombardo-veneto: morfea77, sagami, oltranzista, papoff
dallo stato della chiesa: carvalho
dal regno di sardegna: cinas, lightofyoureyes, ginocchiaapunta

per gli spostamenti, oltra, papoff e carvalho rientreranno su milano
le venete sappiano di avere un punto d'appoggio disponibile a milano, se necessario
i torinesi andranno avanti a far baldoria fino all'alba

da lightofyoureyes attendiamo indirizzo esatto e orario minimo di arrivo.
se avete bisogno di attrezzature particolari, verificate con la padrona di casa che ci siano, altrimenti portatele.

prego tutti di indicare di massima cosa intendono preparare (antipasto, primo, secondo, dolce) e i tempi di cucina. chi avesse voglia di portare del vino... è il benvenuto!

'l tumin eletric

Un tempo neanche tanto lontano -ma nelle valli il tempo si è fermato, quindi sicuramente oggi è ancora ieri- in quei posti che da piccola frequentavo quasi ogni famiglia aveva almeno un animale da latte.
Noi no, non avevamo animali.
Il burro si comprava al taglio; per conservarsi sodo durante il giorno stava sotto un filino d'acqua, la notte sul davanzale.
Il latte s'andava a prendere con mastello e sovente il fattore me ne offriva un bicchiere appena munto.
Mi capitò anche di mungere una capretta e di bere al volo dalle tette della vacca.
La cosa più bella per una bambina di città, a quei tempi, era andare alla domenica al mercato di Susa a comprare gli stivaletti di gomma -quelli che ora sono tanto fashion- per poter camminare agevolmente nel bosco col nonno che vedeva i funghi a un chilometro di distanza, mentre la Dora si lanciava dai monti.

Insomma, il fattore. E il latte e il burro e il formaggio.
E 'l tumin eletric.
Il tomino è un formaggio fresco fatto con latte di vacca e di capra non pastorizzato, delicato e morbido.
Troppo delicato e morbido.
E alora 'l piemontèis sai che ci fa?
Lo sistema in un piattino e lo condisce con pepe, peperoncino e fettine d'aglio, lo irrora d'olio del sud (quello ligure, n.d.r.) e così se lo mangia.

Promesso: sarà a tavola domenica prossima.

A proposito, facciamo il punto della situazione?
Quanti saremo? Cosa prepareremo?
Io vorrei preparare un primo piatto, un risotto oppure il grano.
A voi la scelta.

16 novembre 2009

quello che non so

fare la spesa è come guardare un film, se immagini la vita delle persone sbirciando nei loro carrelli. con quelli pieni è facile e per niente stimolante: montagne di merendine, latte, stupidi pacchi di plastica con dentro acqua che viene da troppo lontano, pannolini... no quello che mi piace sono i carrelli dei single. una vaschetta con una bistecca, il più piccolo pacchetto di insalata, una birra. le donne esagerano con i dolci, gli uomini con i grassi animali. lei ha i capelli neri con il carré, gli occhi azzurri e la pelle bianca che fa contrasto con i capelli, il naso impercettibilmente aquilino. le sorrido quando incrocio il suo sguardo, e lei subito lo distoglie, senza nemmeno lasciarmi il tempo di capire se se ne è accorta. la incrocio tre volte per caso nei corridoi (verdure fresche, latticini, pasta e riso), la quarta è cercata apposta (detersivi). è alla cassa accanto alla mia, sbircio nel cestello e vedo il collo di una bottiglia di spumante. ahi. guardo meglio, c'è un tetrapak di succo di frutta. ahi ahi, aperitivo. verdure crude, carote, finocchi. pinzimonio e spumante? questa volta non so immaginare la serata che l'aspetta. lasciamo perdere. nel frattempo per darmi un tono mi ritrovo nel carrello un peperone rosso, due zucchine, una melanzana oltre al classico corredo di miele, detersivo, robiola, scalogno, birra poretti chiara doppio malto.
il detersivo lo metto via, il miele e la robiola pure. della birra mi libero in fretta dopo passaggio in freezer.
intanto soffriggo le cipolle, mondo le verdure e cominciano i dubbi: in che ordine le metto in padella? per accompagnarle ho già deciso di fare un finto riso pilaf, finto perché senza soffritto eccetera, ma ho voglia di un riso asciutto d'accompagnamento. lo metto in una pirofila, lo copro di brodo (di dado, certo. sono single, no?) e lo ficco in forno a oltranza.
decido di mettere per prime le zucchine, e ho tuttora il dubbio di aver fatto una cazzata. forse dovevo tagliarle più spesse. poi aggiungo la melanzana, in ultimo il peperone. ci aggiungo anche due pomodori secchi tagliati a dadini piccoli, che ormai mi sostituiscono il dado per tutto tranne che per il brodo. poi mi ricordo del vasetto di erbe miste e misteriose comprato un anno fa su una bancarella di campo dei fiori, e decido che è la loro occasione.
al momento non so dire cosa succederà, la padella è sul fuoco e la pirofila nel forno. ma penso a quella bottiglia di spumante e a quel sorriso negato.

Lo stracotto


Che spesso, quando mangi schifezze inenarrabili in giro per il mondo, tutto quello di cui hai bisogno è un piatto sicuro, di quelli che ti ricordano casa e vino nei bicchieri giusti di domenica.


Questa è la ricetta della zia Sandra che fa la microbiologa farmaceutica, ti assicuro che le dosi sono precise, precise per un piatto invernale coi controcazzi.




Dunque si va da un macellaio di fiducia e si compra un pezzone di Manzo – generalmente il Pesce – e si fa valutare a lui il peso a seconda di quanta gente avete.


Poi ti servono aromi e verdure assortite tipo:





  • 2 porri


  • 4 carote – non troppo grosse


  • 4 gambe di sedano


  • 1 cipolla


  • 5 – 7 bacche ginepro


  • sale


  • pepe


  • olio extra vergine


  • 4 – 5 foglie prezzemolo fresco


  • 2 – 3 foglie di alloro


  • 2 fese d’aglio


  • qualche foglia di salvia


  • 1 rametto di rosmarino


 La cosa da sballo è che ti servono anche un paio di litri di rosso, tipo Dolcetto o Barolo, perché questo è davvero un piatto per stomaci robusti.


Andiamo con ordine.


Fai a fette porri, carote, cipolle e sedano, metti a bagno nel vino in una grossa insalatiera la carne e tutte le verdure/spezie, almeno 12 ore prima della cottura, ogni tanto gira la carne, aggiungi una prima parte di sale e pepe, aggiungi in superficie una passata di olio, conserva in frigo coprendo il recipiente.


Testina, la carne non maneggiarla MAI con una forchetta, lo scopo è non bucarla se non vuoi far uscire tutto il buono che ci vive dentro.


Dopo aver marinato estrai solo la carne conservando il resto della salamoia, fai rosolare in una padella in olio extravergine, rosola bene tutte le parti del pezzo.


Metti in una pentola alta (tipo quelle per la pasta) il Manzo e tutta la salamoia, fai cuocere a fuoco minimo con coperchio per circa tre ore e mezza.


A metà cottura completa il sale assaggiando la salsa che si viene a creare con il vino.


Quando il liquido si è ristretto di parecchio puoi tirare fuori la carne sempre stando attenti a non bucarla, con attenzione elimina rosmarino, salvia, aglio e alloro.


Frulla la salamoia rappresa nella pentola, affetta e servi ricoprendo con il condimento.


Accompagna con polenta gialla e, manco a dirlo, rosso corposo.


Credo che dopo questo tu non abbia bisogno di altro, se non un caffè, una grappa monovitigno e un bel sigaro.

Crema di condimento al formaggio

Se, dopo aver mangiato un'insalata ben condita con olio, sale e aceto balsamico, ti dispiace lasciare tutto quel condimento nel piatto e non hai del pane da inzupparci, ma solo dei crackers che non si inzuppano manco per il cazzo, questa è la ricetta che fa per te!

Ingredienti:
Avanzi di condimento di insalata, e più precisamente: olio, aceto, sale e rimasugli di insalata ed eventualmente anche un po' di quei granellini che ci sono dentro i pomodori;
Crackers;
Parmigiano reggiano grattugiato, o un qualunque altro formaggio grattugiato (per esempio secondo me col pecorino sarà una meraviglia; la prossima volta lo provo).

La prima cosa da fare è levarsi dalla faccia quell'aria afflitta del tipo Tutti-Quei-Bambini-Che-Muoiono-Di-Fame-In-Africa-E-Io-Spreco-Tutto-Questo-Condimento e sostituirla con l'aria di chi ha appena avuto un'idea che non risolverà il problema di Tutti-Quei-Bambini, ma almeno farà sentire la coscienza meno sporca. Quindi si può prendere il parmigiano reggiano (o il qualunque altro formaggio grattugiato; magari il pecorino) e spargerlo sul condimento avanzato. La dose di formaggio dipende dalla quantità del condimento avanzato, ma se proprio dovessi dare una misura, direi che ce ne vuole un bel po'. Bisogna impastare il formaggio con l'olio e tutto il resto (compresi i rimasugli di insalata) usando la forchetta e, se necessario, aggiungere formaggio finché l'impasto non sarà cremoso e abbastanza omogeneo. Una volta raggiunta una densità soddisfacente e raccolto tutto il condimento che altrimenti sarebbe andato sprecato, non resta che spalmare la crema di condimento al formaggio sui crackers, mangiarli e sorridere compiaciuti di aver evitato uno spreco.

15 novembre 2009

coste con le verze

E, visto il successo riscosso dai finocchi , oggi parliamo di verze .


COSA:
coste di maiale
verza
cipolla
olio EVO
sale
pepe

COME:
In una pentola capace e alta, imbiondite la cipolla in pochissimo olio EVO.
Rosolatevi poi le coste di maiale (volendo, potete metterci anche una salsiccia).
Nel frattempo, mondate la verza e tagliatela grossolanamente.
Quando la carne è rosolata, aggiungetevi tanta verza quanta ce ne sta nella pentola.
Salate, pepate, mettete il coperchio. Fuoco medio.
Cucinando, la verza diminuisce di volume; aggiungetevene quindi altra, sempre fino a capienza.
Ripetere l’operazione fino a finirla.
Quando anche l’ultimo pezzetto di verza è cotto, è pronto.
(Se in cottura dovesse formarsi troppa acqua, una volta che tutti gli ingredienti sono nella pentola, tenete il coperchio un po’ scostato).

Si consigliano finestre spalancate e stomaci robusti.

[Mi viene il dubbio di averla già postata...]

7 novembre 2009

Che avevo lì in frigo cinque o sei finocchi.

Che avevo lì in frigo cinque o sei finocchi.
E nessuna voglia di cucinarli.
E prima ancora di mondarli.
Com'è, come non è, sono riuscita nella seconda impresa.
Ma proprio non mi andava di affettarli sottili sottili (che non potete dirmi di no) per mangiarli crudi insalata.
E lessi... bleah!
Così li ho tagliati in quattro o in sei a seconda della dimensione iniziale, li ho disposti a casaccio in una pirofila (nel frattempo avevo acceso il forno (non ventilato) a 200°, la temperatura che va bene per tutto, tranne che per le meringhe e la torta di ricotta), sale, pepe, olio EVO, un po' di glutammato che fa male ma non guasta, un po' d'acqua.
Dopo un tot 'sti marrani hanno cominciato a cacciare acqua e si sarebbero lessati (ri-bleah! ), allora li ho tolti dal forno, scolati, rimessi nella pirofila, spolverizzati con parmigiano reggiano e infiocchettati col burro.
E settato il forno su ventilato (per asciugarli).
Il tempo di vederli prendere il colore giusto (non beige, non marron)...
Oh, non ci credevo neanch'io, erano buonissimi!

jam session numero tre - inforno a torino!

e così siamo trentacinque piccoli indiani, che dopo aaaanni di frequentazione virtuale, hanno deciso di guardarsi in faccia. a quanto pare torino ci chiama, e allora noi rispondiamo.
dopo il successo dell'ultima jam session di cucina, e la citazione sul quotidiano, vediamo di montarci definitivamente la testa con la terza jam session, e facciamola a torino!
la data è domenica 29 novembre, e le indicazioni sono le stesse dell'ultima volta: la cena è riservata ai membri di infornoasinistra che abbiano pubblicato almeno una ricetta. ognuno si porta gli ingredienti per cucinare e verifica prima che nella casa che ci ospita ci siano gli strumenti che servono. si cucina per quattro persone per evitare di dover mangiare una montagna di roba. ovviamente si possono portare anche cose già cucinate, ma cucinare insieme è più bello. l'importante è organizzarsi, ma dall'ultima volta direi che in questo siamo bravini.
non ho idea delle dimensioni della casa, se dovessimo essere troppi... o si fa a chi primo arriva, o si accettano soluzioni alternative!
chi c'è?

6 novembre 2009

contrasti

Sono fighetta, mi tocca ammetterlo. Ah, no, le fighette dicono radical chic. Sono radical chic, lo dico.
Mi piacciono le cose che appagano la vista.
La sera apparecchio la tavola con cura [che ne dite di fare una raccolta di foto delle nostre tavole?] anche quando decido di mangiarmi solo le unghie.
Beh, tempo fa ho comprato delle fondine color melanzana perchè sai come ci sta bene dentro il passato di verdura?
Bene, stasera sono cromaticamente esaltata perchè sì, il passato di verdura nei piatti violacci ci sta bene, ma la vellutata di 3 patate gialle, una carota e un porro ci sta davvero daddio..

Ricambi NON originali. Rognone al prezzemolo

Vi capita mai di aver voglia di di mangiare un pò di frattaglie? Forse è una necessità che viene sottoforma di compensazione quando si ha il fegato cattivo a causa di fastidiosi eventi esterni.
Farsi un bel fegato alla veneziana sarebbe troppo scontato però, quindi perchè non ripiegare su un bel rognone appetitoso?

Così si ha pure la scusa per far venir fuori quel sadismo latente mentre, con un bel coltellaccio da macellaio, si priva il rognone della parte grassa e della parte centrale, quella spugnosa.
Ecco, la parte brutta invece sta nel metterlo a bagno una decina di minuti in acqua e aceto per fargli perdere quel caratteristico odore e quindi, lavare, lavare e lavare bene il rognone.

A parte questo il resto della preparazione è piuttosto rapida. Si affetta sottilmente il rognone per poi metterlo a rosolare a fiamma vivace per un paio di minuti in una padella con un pochino di olio. Si scola dell'acqua che si è formata, si mette nuovamente la padella al fuoco (alto) con qualche cucchiaio di olio e dopo un minuto circa, il rognone a fette. Si aggiunge il trito di aglio, prezzemolo e pinoli bagnando il tutto con una una spruzzata di vino bianco. Lasciare poi cuocere per qualche minuto.

Beh alla fine il vostro fegato sarà sempre cattivo (mica è un rimedio miracoloso contro il nervoso!) ma sicuramente il palato avrà goduto di una pietanza povera ma saporita. E se proprio volete cacciare i pensieri cattivi beveteci su un buon vino corposo, magari scegliendo tra quelli della vostra regione (Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino, Carema, Canonau, Negroamaro, Amarone o un Rosso di Montepulciano...)

5 novembre 2009

Crudo, cotto e putrido

Hai presente quelle domeniche che hai voglia di cucinarti qualcosa di buono ma fai mente locale e ti rendi conto che qualunque sia la ricetta che vuoi fare ti manca sempre almeno un ingrediente fondamentale e la Coop è chiusa perché è domenica e quindi niente, e magari ci sarebbe qualcosa da mangiare in alternativa ma non è per niente sfiziosa – perché non si tratta tanto di soddisfare il bisogno primario di sfamarsi quanto quello di sentirsi realizzati in cucina – e quindi quasi quasi ti passa del tutto la voglia di mangiare? Bene: a me capita anche il mercoledì.

Dopo un piatto di fagioli a pranzo – sì, sono tornati – volevo una cena leggera, ma non inconsistente. L'idea di cenare con un'arancia e una tazza di tè mi ha sfiorato per un lasso di tempo molto (molto) breve; un piatto di Orecchiette, broccoli e mollica fritta mi sembrava eccessivo, e poi non avevo il pane da sbriciolare, perché è diventato duro; mi sarebbe piaciuto trasformare il pane duro in Cialledd, ma mi mancavano i pomodori; ho provato a tagliarlo per farne dei crostini da accompagnare, a mo' di aperitivo, con un po' di pecorino che andava consumato perché iniziava a fare la muffa, ma il pane alla prova del coltello si è rivelato più che duro: roccioso.

Non avevo molta scelta. Le prospettive per la cena erano solo due: 1) accettare la scatoletta di Simmenthal del coinquilino; 2) inventarmi qualcosa.

Dunque ho preso a ciabattare su e giù per la casa, valutando più o meno lucidamente le possibili combinazioni di sapori a mia disposizione e cercando di stimolare un'idea che fosse leggera e allo stesso tempo soddisfacente, mentre Piero (il coinquilino) riversava nel suo piatto il contenuto della scatoletta e ne grattava il fondo con la forchetta. Fulminea e inaspettata, seppur a lungo invocata, tra un passo e un graffio di metallo e un passo e uno spiaccicamento di gelatina, come una visione sciamanica – una versione più selvaggia della classica lampadina – ha preso forma davanti al mio terzo occhio l'idea un po' sfocata di una ricetta che fin dalla scoperta del fuoco è sempre stata scritta nel destino dell'umanità e aspettava solo che venisse alla luce colui che sarebbe stato in grado di cucinarla (che sarei io).

2009-11-03 Arance, broccoli e pecorino 003
I cibi si presentano infatti in tre condizioni fondamentali, crudi, cotti o putridi. Rispetto alla cucina lo stato crudo rappresenta il polo non marcato, mentre gli altri due sono fortemente connotati, ma in direzione opposta: il cotto è una trasformazione culturale del crudo, il putrido è la sua trasformazione naturale.

(Citazione di Claude Lévi-Strauss copincollata da questo bell'articolo. Il famoso triangolo culinario, invece, è questo.)

Quando il selvaggio che è in noi si risveglia non c'è né da esitare né da pianificare: bisogna lasciarsi andare, seguire l'istinto, presentire e pregustare. Se si lascia al dubbio il tempo di insinuarsi e far domande, è finita.

E io non ho perso un attimo: ho messo l'acqua sul fuoco, ho lavato i broccoli e ho sbucciato un'arancia; ho buttato i broccoli in pentola, ho sbattuto il pecorino sul tagliere e ho deposto l'arancia a spicchi nel piatto; ho fatto a pezzi gli spicchi, ho tagliato il pecorino a quadretti e ho scolato i broccoli bolliti; ho condito l'arancia con olio e sale, l'ho cinta di broccoli e ho incoronato tutto con dei raggi di pecorino.
Crudo, cotto e putrido in un piatto solo. È ideale per l'aperitivo o come antipasto. Un bicchiere di birra è la morte sua.

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4 novembre 2009

pelate e balotte

com'era che faceva? ricordo appena, il gesto più bello era quello di far girare la castagna nella mano girata verso il basso, con le dita a cestello, per farla raffreddare. un bicchiere di vino o di latte, a seconda del caso. balotte con la buccia, pelate senza. il resto era solo acqua e odori. facile da fare, meno da ricordare. quelle più grandi si pelavano lasciando la buccia sottile, quelle più piccole andavano da sole in una pentola diversa. ma cos'altro c'era?
alloro, credo. dal ricordo dell'odore. gli odori non si ricordano di per sé, si portano dietro altri ricordi, che non è la stessa cosa. poi ci dovevano essere i semi di finocchio. poi se c'era qualcos'altro non lo ricordo più.
ho provato ad aggiungere un chiodo di garofano e un pezzetto di cannella, e la casa si è riempita di un profumo caldo e morbido, avvolgente. come se da qualche parte ci fosse stato un camino, o una stufa.
la buccia delle pelate va tolta subito, da calde. altrimenti non si stacca più. e comunque le castagne fredde non sono buone. bisogna che siano calde, roventi, bisogna soffiare tenendole in bocca per sentirne i sapori di bosco. le balotte, bollite con tutta la buccia, si tagliano in due con i denti e poi si spremono in bocca. farinose e calde. una castagna e un sorso di vino, una castagna e un sorso di vino. con le luci basse, parlando sottovoce.

1 novembre 2009

Chantilly

Mettiamo che ti avanzi della crema pasticcera dalla crostata di frutta di un compleann, metti che hai un pò di panna fresca in frigo da finire, e ti ritrovi con un pò di frutta già tagliata avanzata dalla crostata, ecco qui le mie coppe chantilly con frutta calda.

Montare a neve con un pò di zucchero a velo la panna fresca, aggiungerla piano alla crema pasticcera raffreddata precedentemente, mescolare dall'alto in basso per non smontare la panna e mettere con cucchiate nei bicchieri o in ciotoline, coprire con cellophane e riporre in frigo un paio d'ore.

Versare la frutta tutta in una padella, 3 cucchiai di zucchero di canna, rhum o amaretto o grand marnier [a seconda del gusto che volete dare alla frutta], e della marmella o miele da finire.
E lasciate cuocere a fuoco basso fino a che non diventa cremosa.

Servire la ciotolina di crema con sopra questa frutta alcolica ma veramente buona, se volete servite con pavesini.

26 ottobre 2009

se erano olive venivan da ascoli

Invece era uva. Ed anche se levi i noccioli non ce la fai mica ad imbottirla, allora il misto da polpetta (carni tritate, un uovo, parmigiano, pane strizzato nel latte, prezzemolo, noce moscata) lo metti fuori, poi impani e metti in forno, oppure friggi.
È che se inforni son sicura del risultato, mentre se friggi non so come reagisce il raspo.
Ah, già, se erano olive erano separate, ma era uva, e allora stava in grappolo.
[buona era buona, ma quanto era bella!!!]

22 ottobre 2009

La legge dell'orecchietta

Se prendi un'orecchietta col cucchiaio di legno per testare con i denti la cottura dell'orecchietta specifica e quindi, per inferenza statistica (che è l'induzione delle caratteristiche di una popolazione – in questo caso le orecchiette – dall'osservazione di una parte di essa scelta a caso – l'orecchietta specifica), la cottura di tutte le altre orecchiette, e l'orecchietta si attacca come una ventosa sul cucchiaio e tu ti servi del labbro superiore per far scivolare l'orecchietta verso la cavità orale, l'abbondante goccia di acqua bollente contenuta nella cavità dell'orecchietta – acqua che ha colmato il vuoto dell'orecchietta e dunque reso possibile l'adesione al cucchiaio – si verserà sulla tua lingua neutralizzandone tutte le facoltà gustative e mangerai un piatto di pasta ben cotto, ma non saprai mai quanto era buono.

14 ottobre 2009

Cibo&Poesia

Su gentile concessione di Oltranzista...posto la locandina di una cosa organizzata da me al ristorante dove lavoro.
Per chi volesse venire a mangiare, delle cose buone e tipicamente caserecce e acoltare della buona poesia...

locandina ristorante generica da Epitaph2.

10 ottobre 2009

Orecchiette, broccoli e mollica fritta

Le misure non sono il mio forte, ma per il mio piatto le proporzioni sono: 100 grammi di orecchiette, 100-150 di broccoli e un piatto di mollica di pane.

Dunque, il passo numero uno è bollire i broccoli. Ci vogliono dai 20 ai 30 minuti, a seconda di quanto sono teneri. Verso metà cottura si può mettere in pentola anche la pasta – passo numero due – e si cuoce tutto insieme allegramente.

Cotta la pasta, se avete fatto bene i calcoli saranno ben cotti anche i broccoli: è tempo di scolare, e questo è il passo numero tre.

Lasciando orecchiette e broccoli nello scolapasta perché scoli più acqua possibile, si può passare al passo numero quattro: si prende la mollica di pane precedentemente sbriciolata (questo era il passo zero, o tutt'al più uno e mezzo) e la si frigge. Ma mi raccomando, sbriciolata sbriciolata, a briciole piccole abbastanza da poter entrare nel becco di un passerotto, per intenderci. Per friggere la mollica io uso l'olio, ma mia nonna mi ha detto che se si frigge la mollica nel lardo di maiale è tutta un'altra cosa. Inoltre, nell'olio ci metto il peperoncino, perché a me piace il piccante.

Fritta la mollica (ci vuole pochissimo, meno di cinque minuti), il passo numero cinque si biforca: il passo numero cinque.uno prevede che si fa saltare in padella orecchiette e broccoli con la mollica fritta, ed è il metodo che preferisco; invece mia nonna sostiene – passo numero cinque.due – che la frittura di mollica vada aggiunta dopo, quando orecchiette e broccoli sono già nel piatto.

Consiglio questo piatto in modo particolare a chi odia i broccoli. È il piatto grazie al quale, quando già avevo passato i vent'anni ma ancora non ne avevo ventiquattro, ho smesso di rifiutarmi di mangiarli.

7 ottobre 2009

la pizza del ritorno

nello scegliere una casa è sempre bene preoccuparsi delle fonti di cibo alternative presenti nella zona.  tipo, una pizzeria può salvarti.
arrivi tardi, la sera/notte, dopo chilometri e chilometri e non hai voglia di fare nulla, ma lei è lì, ti sta aspettando, forno a legna, bonne esperance alla spina, fumo libero...
guardi il cameriere che ti dice lui...capricciosa?
rispondi, sì, abbastanza...
ed è fatto
la pizza del ritorno, quella che ti dice...bentornato a casa, mangiami...


6 ottobre 2009

avanzi-amo

Innanzi tutto mi siete mancati anche se quella che non c'era ero io.
Poi rieccomi con le mie solite vecchie abitudini: NON SI BUTTA VIA NIENTE.
Che poi mica sempre è tristezza, perchè metti che ti siano avanzate due patate che già hanno l'aria di aver iniziato la loro mutazione genetica, che io una volta il patagranchio posso anche reggerlo ma due no, e allora ci fai gli gnocchi.

[Belli, gli gnocchi, con tutta quella pazienza che chiedono le patate nel mostrare la reazione alla farina. E mica gli puoi fare fretta, no, loro si prendono i loro tempi e se non li assecondi rischi il pataccone. Belli, gli gnocchi, ma non mi ci fidanzerei]

E poi hai anche un avanzo di funghi trifolati. Cioè, io ce l'avevo, ma suppongo si possano fare anche nuovi: il fungo va da solo mentre tu ascolti con le dita le patate fondersi con la farina.

E persino un avanzo di besciamella ed una cucchiaiata nella trifola ci sta proprio bene. Quindi se non ti è avanzata la puoi fare mentre aspetti che la palla di gnocco, finalmente della consistenza giusta, riposi un poco prima di farla a tocchetti [la nonna diceva almeno mezzora].

Il resto è gnocchi con funghi, ovviamente. E San Giovese.
No, non sempre l'avanzo è triste.

2 ottobre 2009

farfalle all'insonnia

Prendi una notte insonne come altre dove ti svegli con un’immagine da un sogno confuso. Fai che quest’immagine sia oltrybaby che butta con nonchalance una seconda pastiglia nella pancia della lavastoviglie. Fai che ti chiedi come mai tu non sapevi questa cosa e lui si. Metti che ricostruisci la sera della cena nel kibbutz e pensi alla titta che ti mancava un sacco, e vuoi infilare nel frigor qualche elemento per fargli una pasta in qualsiasi momento ti suonino al campanello del bosco tutti i personaggi della sera di vento.

Torni indietro a una cena di lavoro noiosissima dove avevi un sorriso di plastica come sempre e annuivi in cento lingue diverse, torni alla vera  e significativa attività della serata consistente nello scomporre  gli elementi di una pasta molto buona nella tua bocca: farfalle piccole di gragnano, pasta di salame sminuzzata colle mani e soffritta facendola saltare in padella come i fighi col movimento di polso (e scusa se ce l’ho…per mille motivi che non ti spiego ora..) , prezzemolo battuto a coltello con una strofinata di aglio sul tagliere,pomodori pachini tagliati a pezzi e lanciati nel soffritto  ad asciugare la loro acqua, olio buono. Ti inventi la sequenza perché non l’hai vista ma hai molta fantasia. Sfumi e aspetti che suoni la banda di squinternati. Prerequisito: Amarli a fuoco vivo per cinque minuti e stemperare la gioia quando arrivano.

Sai quando non ne hai voglia...

...ecco, se non ne ho voglia non c'è trippa per gatti (ma non ce ne sarebbe neanche per me, sicuro).

Quando non ne hai voglia dai una ravanata al frigo e ci scopri dentro un pezzo di torta salata fatta domenica.
Certo, ti viene il dubbio che non vada più bene e immagini colonie di botulino pronte a farti saltare in aria, poi guardi bene l'avanzo, lo odori, addirittura lo riscaldi e lo assaggi.

E scopri che è buono.

E' che domenica ne avevo voglia e avevo in frigo un pezzo di ricotta piemontese, il seiras.
E avevo anche spinaci freschi freschi di banchetto del contadino, di quelli che serve un ettolitro d'acqua per lavare via il terriccio ma sai che differenza con quelli surgelati...
E le uova, quelle non del contadino perché sono pericolose.

Dunque domenica ho passato in tegame le fogliette di spinaci con due spicchi d'aglio e un pezzetto di peperoncino del mio orto e un filo d'olio, ho lasciato sfreddare e poi ho aggiunto tre uova intere, il seiras, un pizzico di sale, una macinata di pepe e la saporita. Non ditemi che non sapete cosa sia la saporita!

Ho foderato una teglia rotonda con la pasta sfoglia e ci ho messo dentro il mio miscuglio contadino; ho fatto i ghirigori con i ritagli della sfoglia e ho spennellato con il rosso d'uovo, poi in forno.

Ecco, questa è la parte  che mi piace  di più: io sono drogata di forno. Quando avevo la lavatrice con l'oblò ero drogata anche di lavatrice: la guardavo girare, mi piaceva il miscuglio della roba...e il forno, lo guardo fare le magie al cibo, farlo crescere o dorare o soffriggere o sobbollire. Lo guardo fare le magie, sì.

Quindi lo osservo, a fasi alterne, fino a che ai miei occhi la magia è compiuta.

E sai cosa? Era buona domenica, la torta salata, e anche oggi.

28 settembre 2009

Pollo al curry

Prendete una mattinata a passeggiare su e giù sulla tuscolana in compagnia di una cara amica, colei che mi sta ospitando durante questa meravigliosa vacanza romana, prendete un supermercato di quello scrauso, con prezzi abbordabilissimi e merce non del tutto scrausa.

Ci domandiamo che mangiamo oggi...ed io...mò ti metto all'ingrasso...e con una risata diabolica comincio a correre fra gli scaffali...prendo del pollo a tocchetti,della panna [oh io ci metta la panna...vecchia scuola], porri, vino bianco e poi via alla cassa...[il curry lo abbiamo già a casa...e scoprirò anche in quantità industriali].

Nocette di burro, 3, due cucchiai d'olio, un porro affettato sottile sottile...tutto dentro una pentola bassa e fate soffriggere piano piano intanto togliete la pelle al pollo e mettetelo sparpagliato nella pentola...lasciatelo rosolare 2-3 minuti per parte...e poi bagnate di vino bianco e due mestoli di brodo vegetale,coprite con un coperchio e lasciate sobbollire a fuoco basso per circa 20 min.

Versate un'intera boccetta di curry e mescolate...versate altri due mestoli di brodo e ricoprite sempre a fuoco basso per altri 20 min dopo di che versate la panna e alzate un pò il fuoco lasciate andare per 15 min dopo di che spegnete e il pollo è pronto...servitelo con del riso pilaf o con degli spetzli... 

Questo sarebbe una specie di dolce?

E' avanzata della ricotta che sta per scadere? Quante storie, basta sbatterla in una ciotola con un cucchiaino di miele e uno di cannella e poi versarla in due ciotoline, non molto grandi, perché di ricotta ce n'è rimasta poca e servirla a fine pasto. Il risultato, sarà la domanda (non molto gratificante) che il moroso farà affondando il cucchiaino nella ciotola.

storia e geografia

una sera a salerno intiepidita dal vento di mare, dopo un cena morbida nei pressi del duomo, dopo un giro alcolico-notturno dei bar del centro, un’amica nel salutarmi mi lascia tra le mani un piccola bottiglietta del crodino (quella a tronco di cono, sì) piena di liquido ambrato, come si usa per le cose fatte in casa, riciclando contenitori commerciali.
mi trovo tra le mani un atomo di storia e geografia, storia perché sta roba è un diretto discendente del garum dei romani, geografia perché l’unico posto al mondo dove viene fatta è il micro-paesino di Cetara, proprio all’inizio della costiera amalfitana.
quando le alici vengono lasciate dentro il sale dopo essere pescate, affiora un liquido che viene raccolto, e messo in vasi di vetro al sole per aumentarne la densità attraverso l’evaporazione, questo per circa sei mesi. a questo punto è pronta la colatura di alici.
...e le cose che ti arrivano dall’amicizia è bello farle finire dentro un’altra amicizia, una domenica calda e morbida di fine settembre.
cuoci gli spaghetti senza sale, scoli e poi a crudo mescoli un cucchiaio di colatura e due di olio per ogni commensale, prezzemolo e aglio abbondanti sparsi sopra sopra. fatto. semplice, come ha da essere l'amicizia.

25 settembre 2009

Dalla padella alla piscina

Certi cibi, o meglio certi ingredienti, subiscono un destino prescritto da abitudini generalmente diffuse o famigliari. Generalmente si impara a cucinare osservando e copiando, facendo diventare certe scelte quasi intoccabili. Ma il bello della cucina è tutt'altro e l'unica legge veramente intoccabile è "non deve avvelenarti", quindi "fuori legge" , semmai, sono certe catene alimentari e certi cibi precotti. Ad esempio per la mia famiglia il petto di pollo può essere  cucinato solo in padella o alla piastra, quindi per coerenza  io l'ho fatto in brodo. Un bel tegame di brodo vegetale con cipolla, porro, aglio, sale, pepe, un pizzico di peperoncino secco "di quello calabrese che fa un mio amico..." (vicino di casa dixit). Fate bollire il brodo e quando è ben saporito immergete le fette di petto di pollo, eventualmente tagliato a pezzetti se non vi piace che si arricci. Lasciate cuocere una mezzora, ma anche di più non si rovina. Non sarà molto innovativa come ricetta ma in fondo nemmeno oltraggiosa per il petto di pollo che una volta  ho visto sorridere grato.

24 settembre 2009

mani grandi. mani senza fine.

adesso si incazza e non mi parla più. sicuro. fine delle erre mosce. fine di tutto.
(però due mani così... creano delle espettative. non vorrei dire...)



mani grandi

23 settembre 2009

ricominciamo a cucinare?

dopo i bagordi e i pompini reciproci arriva sempre il momento di riprendersi, rassettare la casa e risistemarsi addosso il vestito buono scompaginato dalle risate, e provare a rimettersi nella quotidianità. passata la digestione (per niente difficile ma lunga, per via della quantità) ritorna la fame.

non ho mai avuto un frigo così pieno.

per la prima volta ho la fregola.

ho conosciuto il tastasale.

qualcuno mi ha lasciato mezzo barattolo di passata.

c'è mezza bottiglia di valpolicella.

uno scalogno in frigo ce l'ho sempre, a mettere tutto insieme ci vuol poco. forse è un'eresia, vedremo se da verona mi arriveranno degli anatemi. ma l'incontro tra verona e la sardegna vi assicuro che non è niente male.

22 settembre 2009

jam session 2009 - le foto

eccole qui!

sono wolf...risolvo problemi...e ora smettiamo di farci pompini avicenda...


rido di gusto, perché il grandioso wolf-keitel sarebbe stato davvero fuori posto l’altra sera, perché problemi da risolvere davvero non ce n’era manco l’ombra, nessun cadavere (a parte l’ani[a]tra) nessuna fretta, nessuna tensione, niente inseguimenti nè macchine luride di sangue e pezzi di cervello da pulire in poco tempo, nessun dolore (direbbe battisti) niente di tutto questo…


la cucina è chimica, chimica e sentimento, ci hai fatto caso che i piatti ti vengono diversi in funzione del “per chi” cucini? ecco, IMHO il motivo è questo: la chimica giusta fuori e dentro i tegami, e poi sì, anche l’idea del fare insieme senza prevalenze,  rese praticamente impossibili dallo "sconosciutismo" di fondo, che appiattisce e denuda più facilmente e rende più vero il vero, come quando quella volta hai confessato ciò che non avevi mai detto a nessuno sulla tua vita durante una chat di cui non conoscevi chi stava dall’altra parte.


rido ancora per lo stupore che le cose accadano, e a volte succede perché c’è voglia di qualcosa, e credo che in fondo questa voglia ce l’avessimo tutti, forse la voglia di portare a casa qualcosa, forse una doggy bag di vita…no?

[ops...l'uso della parola pompini rende ora impossibile l'accesso dalla mia rete aziendale a infornoasinistra]

l'anatra morta











il giorno prima della grande abbuffata si va da una sorella fuori di zucca (coi fiori di zucca ?), che non ricorda neppure il suo nome e ci si porta un'anatra morta stecchita, che verrà stuccata di ripieno, scottata e steccata. si inizia a bere lambrusco con la sorellina e si continua tirando un dritto che parte dal sebino a botte di valcalepio riserva e arriva alle porte di milano tra un negramaro, un(a) rabosa, un valpolicella, un chambauve muscat,  un fiano e altri vini ancora di cui non posso ricordare nulla in quanto ormai priva di sensi e cognizioni. Ricordo una sfilata di pesci e funghi volanti, polpette, salse, cucchiai, pucciatine, risottini, polentine tutto gustoso come non mai... eravamo piu' o meno cosi' :

dieci portate

















quando fu presa  la terribile decisione di introdurre comunque il feretro. l'anatra morta. il povero volatile giaceva in una teglia abbandonata  in un angolo della cucina kibbutz, avrebbe dovuto avere una salsa d'arancia con le scorzette caramellate, e forse anche una degna sepoltura con un trinciante all'uopo preposto. in assenza di attrezzi, l'animale viene straziato a mani nude dalla cassiera che non sa come prenderlo e vagheggia alticcia e ridanciana, senza preparare alcuna scorzetta, né salsetta e da una provvida morfea, che lo abbatte a colpi di katana. la povera bestia viene comunque servita ai commensali sazi di pane, arselle, amore e fantasia che la accolgono nei loro piatti.

l'ultima scena che ricordo prima di svenire è una miaperfidia che dice di volere mangiare il collo dell'anatra,  senza fare una piega lo addenta con la grazia che soltanto lei ... tutto questo alla decima portata della cena di babette, nella casa fatta di vento. amore e vento. risate e vento. procioni e vento. tanto amore. tanto vento. più amore però.

p.s. oltrybaby té c'hai un culo della madonna a riunire dieci persone frullate a caso e far uscire una serata cosi'.

21 settembre 2009

per una cena perfetta

prendi un chilo e mezzo di mele del tuo melo, e facci quello che sarà anche il solito dolce, ma qualcuno c'è che non l'ha ancora mangiato, e poi vuoi mettere farlo con le tue mele?
aggiungi una cassiera che si porta una bestia ex volatile, si fa venire a prendere e riportare e riprendere come solo una vera signora bon-vivand può. e che si stupisce per ogni cosa, e fa sentire tutti importanti
aggiungi unastranastrega che non c'è ma è ovunque, ed è la certezza che la sera si ripeterà
mescola con cura una harveyz che è rimasta un forse, chissà per quanto
pensa a un cinas che avrebbe dovuto ma non ha potuto, ma da qualche parte - ma non lo sa - c'è
poi mescola con un sammylele che si ustiona le dita con un po' di emozione, e rompe il ghiaccio con tutti, armato di macchina fotografica
regola di papoff, erbe, profumi, pesci casuali ma perfetti, darà un nuovo senso alla poltrona e al procione
porta a bollore con una lise.charmel, cremosa e dolce che ti insegna un nuovo uso per la grappa e aspetta il fidanzato alla finestra
con qualche difficoltà trova un carvalho, una morfea(settantasette) e una lucedeituoiocchi: sfideranno la storia della filosofia per trovarsi contemporaneamente, e come i magi porteranno l'oro dei funghi e del tastasale e della polenta e del riso e del salame, l'incenso delle arselle con la fregola (facevano cose irripetibili, giuro) e la mirra dei porri con le patate. rosse, che fanno meno acqua (credo).
shakera tutto con la miaperfidia spumeggiante, che dà inizio alle danze con un fiore tra i capelli e alza il livello di tutto quanto
infine annaffia tutto con uno stear d'annata, lui non lo sa ma la prossima volta sarà ai fornelli pure lui.

servire caldissimo, fino a tarda notte.

Ho sognato una gran vacca alla cannella

Tempi duri per le mucche, da un lato gli ingegneri dei fastfood che vorrebbero trasformarle in un ammassi di carne senza scarti e dal sapore neutro, dall'altra i fanatici della fiorentina che le mangerebbero vive. Io ho fatto un sogno e c'era una mucca che zompettava felice in un bosco di meli, e tutt'intorno non c'era il classico profumo di mucca al pascolo ma, udite udite, di cannella. I sogni andrebbe scritti appena dopo il risveglio per non perderne il ricordo, ma come conservare la sensazione tattile e odorosa? Ma semplicemente facendo un modellino! Mischiando mezzo chilo di carne, un uovo (meglio che non vi dica cosa faceva la gallina nel sogno), una grande manciata di pangrattato, sale, cannella ad abbondanza e una mela tagliata finemente. La scelta delle mele è cruciale: devono essere dolci e morbide, come dissi al mio ex fruttivendolo. Amalgamate tutto, fatene polpette piccole e infornate (nel senso non-freudiano del sogno) a 200° per 15 minuti, girandole a metà cottura.
Le polpette si possono mangiare anche fredde, ma calde non fanno prigionieri. Per rendere il piatto meno asciutto si può preparare un purè di mele, facendone bollire 3 o 4, passandone la polpa allo schiaccia-patate e mischiandola con un poco di succo di limone e due cucchiaiate di panna da cucina. Fate scaldare il blob per qualche minuto mescolandolo e servitelo subito.

Budino per miaperfidia che non se l'è mangiato

Quando si chiacchiera con uno chef di professione, finisce sempre che questi dichiara che cucina e pasticceria sono due arti diverse e che nelle scuole pure, sono classi diverse separate, che la pasticceria è una faccenda da chimici e cose così. Non sai, ma se tu avessi dovuto scegliere avresti scelto la pasticceria.
Che siano due arti separate comunque ti è stato chiarissimo, sabato sera a casa di Oltranzista, mentre scioglievi la marmellata di lamponi con la grappa che Oltranzista ha comprato apposta per te (Oltranzista a casa da solo senza grappa!), il succo di mezzo limone e due cucchiai d'acqua e nel fuoco accanto si cuocevano le arselle, spandendo un profumino di pappa di mare che ben poco ci azzeccava con la marmellata di lamponi sciolta nella grappa eccetera.
La marmellata di lamponi poi l'hai colata delicatamente, aiutandoti con un cucchiaino che neanche sapevi come si faceva, sui budini di mascarpone preparati tre ore prima e infilati non si sa come nel frigorifero a doppio fondo di Oltranzista. Come si preparano i budini? Prima di tutto si va in panico per non aver portato il burro, lo si fa scongelare al padrone di casa e ci si dimentica di usarlo. Poi si scioglie mezzo chilo di mascarpone (ups, non dovevi dirlo? cioè, dopo salame, polenta, salsine, risotto, anatra all'arancia, arselle e zuppa di pesce, sformatini e una quantità innumerevole di polpette c'è chi si fa il problema del mascarpone? sì, lo sai che qualcuno se lo fa) con un bicchiere di latte e un cucchiaio di fecola di patate, mescolando sul fuoco con una frusta a mano. Una frusta da cucina eh.
Quando è una crema morbida e liquida, ma non troppo, che si sta addensando, si versa nei bicchieri trasparenti e si fa raffreddare e addensare in frigorifero. Poi la marmellata, ma l'hai già detto.
Infine, si saluta e si va via dimenticando a casa di Oltranzista: il latte avanzato, la marmellata avanzata, la fecola avanzata, la frusta da cucina e la preziosissima borsa termica verde usata per trasportare il tutto.

Nota: questo post contiene un punto esclamativo.

Copyright: la ricetta originale era questa qui.

zuppa infornale (a sinistra)

per una buona ricetta infornale qualsiasi bisogna che l'ambiente, l'abbigliamento, lo spirito, la cottura e gli ingrendienti siano informali.
è necessario che lo siano tutti. le papille gustative non mentono mai.

nel caso specifico di sabato scorso:
- ambiente ben più che informale, familiare direi.
- abbigliamento: maglietta, pantaloncini, sandali. grembiule perugina per addolcire tutto.
- spirito: c'era un sacco di alcol effettivamente
- cottura: fuoco in fondo a sinistra. le basi.
- ingredienti: tutti provenienti dal proprio balcone, orto o latifondo che sia. in caso di impossibilità, viene esentato l'ingrediente principale. nello specifico il pesce. (pescare a milano è possibile ma sconsigliato)

ora il più è fatto.
prendiamo la cipolla rossa (orto) e la tritiamo ben bene con anche un pochetto d'aglio (orto) a sentimento.
soffriggiamoli un po' nell'olio extravergine d'oliva (latifondo), ovviamente nel fuoco in fondo a sinistra.
buttiamoci del timo (balcone) e del finocchietto selvatico (balcone).
sfumiamo con un po' di vino bianco (dal calice offertomi dal padrone di casa).
cominciamo a buttare nella mischia i molluschi (cozze, calamaretti, totani).
- per la zuppa di pesce la regola è: si prende il pesce che c'è -
poco dopo entrano in scena i gamberetti che invidiosamente scalpitavano (all'indietro).
a una certa inondiamo con passata di pomodoro (orto) e poco dopo con origano secco di collina (latifondo).
uniamo delle olive essiccate al sole denocciolate (latifondo).
è il momento del peperoncino rosso fresco sminuzzato (balcone).
facciamo sbuffare un po' il tutto e poi immergiamo dei tocchi di pesce non meglio identificati (servono a fare volume e sostanza).
- nel frattempo possiamo fare del pane tostato inebriato con un po' d'aglio -
i polipi che abbiamo comprato li mettiamo per ultimi che altrimenti s'ingommosiscono.
alla fine: sale un po', prezzemolo e basilico (ce li avevo sul balcone: li ho messi).
la zuppa infornale a questo punto deve riposare un po', almeno un'ora, mentre ascolta risate e battute varie.
poi la si scalda e la si serve col pane tostato e un filo d'olio (latifondo) a crudo.
se ci chiedono cosa c'è dentro, rispondiamo con la parola d'ordine: assaggia.

ps: non avrei mai creduto che dietro alla sembianze di pocahontas si sarebbe potuto nascondere il diavolo della tazmania (unico animale che mangia le zampe di gallina)

psps: all'interno dei commenti un regalo per tutti i commensali

Lista della spesa

Morfea77 porta una risata piccola e dolce che mi ha sciolta guardarla come se fossi una fetta di salame sulla polenta calda.
Papoff mi illumina con il procione giapponese, altrimenti detto animale sapientone o animale informativo e le descrizioni dei suoi Natali in compagnia di Paolo Limiti (non ho ancora smesso di ridere  e non credo ce la farò a breve).
Carvalho si preoccupa di informarci che l'acqua del lago di Bracciano è più o meno radioattiva e lo dice da dietro una dolcezza che mi smarrisce a pensarci e a guardarla.
Nini (Light) ed io ci scambiamo l'aggiornamento della vita in 20 minuti oltre a milioni di bacini e stropicciamenti delle sue dita nei miei passanti dei jeans (quoto la mise degna di Laura Antonelli in Malizia).
Cassiera ci racconta la storia di quella volta che non perse la verginità, Cassiera è donna poderosa che me la sarei abbracciata tutta la sera. Abbracci orobici come si suol dire.
Sammy è una delle simpatie più incredibili che abbia conosciuto in vita mia oltre che un casino di feromone e maschialità. Sammy lo vorrei come room-mate da domanimattina.
Lise prepara un dolce che mi è diventato l'ossessione del week end. Come ho potuto andarmene senza assaggiarlo? (forse le 15 bocce di vino in 11-12 quanti eravamo...), Lise ha due occhi che fanno innamorare.
Oltrababy fornisce casa, servizio di piatti bicchieri posate per un reggimento, la erre moscia in concorso tra le più sexy della storia e una mia personalissima ondate d'amore in sua direzione.

io c'ho messo la maglietta I Love M.M. e tre salse chiamate ASSAGGIA.

ho riso da spaccarmi. sono stata bene come fossi a casa.

solo una domanda mi è rimasta incompiuta, chi siano i tuoi preferiti tra Noi e gli Anubiani.
(loro di sicuro hanno le orecchie a punta)

20 settembre 2009

Mettiamo una padella antiaderente...e il risotto senza formaggio...

Giornata lunga e meravigliosa.
Si comincia in compagnia il viaggio e si finisce nella bellezza di una serata colma di visi nuovi, belle persone, belle emozioni, bello tutto.

Io e i filosofi, non andiamo molto d'accordo.[:-P]...questo si è apurato.

Condivisione.Perfetta.

Due fornelli elettrici e in tre a spignattare ci stiamo da dio.
Io taglio a fette la polenta da grigliare,il salame fresco e funghi, scaldati in un fornelletto dai mille poteri.
tagliere colmo e ciotole fumanti a tavola.Divorate o quasi, ma era lunga la serata culinaria.

Pentolino d'acciaio...mezzochilo di riso[vialonenano], tastale 300 gr circa acqua [o brodo] e dado.

Piatto tipico che del veronese e bassa veronese, è il preparato fresco per il salame da cuocere con burro e vino bianco per sgranarlo.

Cottura di 15-18 min e mantecatura [burro+grana+nocemoscata+rosmarino un pizzico].

E poi servito...pasteggiando infine con del buon raboso.


 

Bestioline e altri animali

Non ci sono più i pescatori di una volta.
Sai quei pescatori che ti facevano cambiare idea se per caso puntavi una bestiola non proprio freschissima, hai presente? Quelli che mica strusciavano le reti per chilometri di mare, quelli che ci sapevano fare, che curavano con amore l'acqua. Quelli.

Dunque no, non ci sono più i pescatori di una volta però il mio è un pescatore sui generis: mi ha dato le bestioline e anche l'acqua di mare per conservarle. Prima di dare loro degna sepoltura, intendo. Ché non si ha idea di quanto sia senza fondo il mare, ma anche la pancia di certe persone mica scherza...

Ebbene c'erano le bestioline e una ricetta buona per gli occhi, il gusto, l'odorato e anche il tatto. Buona per tutto.

Basta poco: bestioline conservate in acqua di mare e voglia di fare.

Poi sì, certo: aglio e prezzemolo e peperoncino e pomodoro secco, un cicinin di zafferano e olio buono - io ne ho trovato uno in una casa bella e accogliente, con il vestitino d'oro!- la polpa di pomodoro a colorare e le bestioline lì, a rilasciare il gusto del mare; con un po' di pazienza si tiran via gran parte delle bestioline dal guscio e si aggiunge acqua e sale,  si lascia bollire e poi si mette giù la fregolina.

Nel frattempo si fan chiacchiere, si ride e si beve vino. Due o tremila foto che immortalano le doti culinarie -proprio, sì- e tutti a tavola.

Oh, dimenticavo l'ingrediente essenziale: Amore, q.b.

16 settembre 2009

l'arte di arrangiarsi

no, se non hai uno sbattitore e devi fare il tiramisù, non è bene usare il vibratore.

10 settembre 2009

e si trovarono in tanti, e furono felici

faccio l'appello di persone e vivande, ditemi chi sto dimenticando:

morfea77: primo
miaperfidia: aperitivo
lightofyoureyes: primo
lise.charmel: dolce
stear (fidanzato di lise.charmel, per chi è out): vino
oltranzista: dolce? primo?
sammylele: ?
cinas: ?
carvalho: gi sformatini sono primo o secondo?
verdad alias cassiera alias...: primo
papoff: secondo
06yukiko: dolce

in più, ci sono dei forse in sospeso.
quindi fa 12, per ora, con possibilità e speranza di arrivare a 14.

wow.

non ci staremo seduti, ahimé. il che significa che mangeremo con piatti e posate di plastica inquinante, ahimé. è una cosa che odio. a meno che non si facciano due tavoli e qualcuno porti delle sedie, che io arrivo solo a 10. ci penso, eh.

ah, se oltre alle cibarie vi presentate con una bottiglietta di vino, ecco. quello non avanza mai. al pane ci penso io.

raccomandazione: 14 persone che cucinano per 14 fa... 196. ecco per non trovarci con 196 porzioni da mangiare, mi raccomando: dosi limitate, si cucina per 4/6 persone, e si fanno le porzioni ridotte per assaggiare di tutto.

5 settembre 2009

Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Ti aspetta un bel fine settimana.
Bello davvero.
E come ti ci prepari? Affettando un chilo di cipolle rosse, ovvio.
E mettendole a stufare sul fuoco lentolento, così quando alzi il coperchio della casseruola per girarle, i vapori ti attaccano di nuovo.
Insomma, hai sempre pensato che i battenti fossero dei deficienti ed invece eccoti qui: soffrire per per preparare un brunch - almeno loro sperano nel regno dei cieli - ma vabbè.
Le cipolle son pronte quando riesci a stargli vicino senza pianger più. Quelle di stamani in un'ora.
Mentre le raffreddi porta il forno a 180°, apri la confezione di pasta brisè e fodera una tortiera (fai dei buchetti sul fondo con una forchetta), fai una salsa con besciamella, un uovo, sale e pepe, aggiungici le cipolle tiepide ed intorta.
In forno ce la lasci per 45 minuti.
Quando la togli non spegnere il forno perchè ti serve per la torta di mele.
Ma questa è un'altra ricetta.
E non ho tempo di scriverla: inizia il mio week end!

le mani in pasta

il modo migliore per trovare una ricetta è cercarne un'altra. che insomma la pasta era il pretesto, quello che contava era impastare. impastare è meglio che toccare le tette, diceva uno. faceva caldo, non era il caso di mettere il ragù sulle tagliatelle. e nemmeno i funghi, o la solita schifezza pannaprosciuttopiselli, che non se ne può più (almeno quanto dei gamberetti con le zucchine). allora andarono a fare la spesa con l'idea di trovare dei filetti di pescetti, tipo triglia o simili e vedere come sarebbero stati con le tagliatelle impastate, tirate e tagliate a mano, e l'intima convinzione di non arrivare nemmeno a scolare la pasta.
presi dal dubbio davanti a un banco del pesce ancora in vacanza, privo di triglie e pieno di ciuffi di calamari congelati nel pacifico e scongelati alla sma, l'occhio gli cadde su una vaschetta di fiori di zucca. proviamo, si dissero.
data per scontata la preparazione delle tagliatelle e i relativi risvolti non culinari, il problema era cosa inventare con i fiori di zucca. la sorpresa fu che attaccati ai fiori c'erano delle piccole zucchine. lui le tagliò alla julienne, lei schiacciò col palmo della mano uno spicchio d'aglio e lo fece soffriggere. poi misero le zucchine a saltare nell'olio caldo, giusto per insaporirle e ammorbidirle. quando lei buttò la pasta nell'acqua bollente insieme a una bustina di zafferano, lui aggiunse i fiori, tagliati a striscioline, alle zucchine. le tagliatelle ci misero un attimo a cuocere, fresche com'erano. lui le fece saltare in padella con gesti rapidi del polso, e aggiungendo una manciata di rucola, tagliata fine.
le misero nei piatti con una spolverata di scaglie di mandorla, sorpresi che il piatto fosse così all'altezza del piacere della sua preparazione.

crema di mascarpone al limoncello

Allora era da un pò che non postavo,e da quando son qua che non vi donavo una ricetta dolce...io prediligo il salato ma i dolci mi riesco anche fin troppo bene eh eh.

Procuratevi 250 gr di mascarpone,250 gr panna fresca,3 uova,75 gr di zucchero,75 di zucchero a velo,4 fogli di cola di pesce e un mezzo bicchiere di limoncino.

In una terrina mettete lo zucchero il mascarpone,separate i rossi dai bianchi[che mointerete con un pizzico di sale] mescolate piano il tutto.aggiungendovi inseguito gli albumi montati a neve e la panna montata con i 75 gr di zucchero a velo.

In un'altra terrina coprite d'acqua fredda e mettete in ammollo i 4 fogli di colla di pesce nel frattempo mettete il limoncino in una padella e portate in ebollizione a fuoco lento,quando i foglimsi saranno ammorbiditi strizzateli bene e versateli nel limoncino e mescolate bene facendo ben sciogliere i fogli.

Versate il composto nella crema e piano piano incorporate nel senso in cui avete montato la crema.

Mettete in cocottine,ciotole,bicchiere tumbler coprite con della pellicola e mettete in frigo per 4 ore.

Per servirli affidatevi alla vostra fantasia.

2 settembre 2009

jam session 2009

segnatevi la data: sabato 19 settembre.

allora, la cucinata si fa di certo, si tratta solo di tirare fuori di nuovo l'argomento, fare la conta di chi c'è e di cosa si cucina, e insomma tutte quelle belle cose lì.
come già l'anno scorso, il senso della cosa è cucinare insieme, che a fare una cena in cui ognuno porta qualcosa di già fatto son bravi tutti, ma a mettersi lì e cucinare insieme, e a conoscersi e chiacchierarsi, insomma, siam bravi noi.

quindi il gioco si chiama: il pomeriggio si cucina e la sera si mangia. chi proprio non riesce a cucinare sul luogo e deve per forza portare già cucinato, sarà perdonato. ma almeno fate lo sforzo. portare il vino non conta come cucinare, ma insomma è gradito. è ammesso cucinare ricette già postate (anche da altri), è gradito postare, anche dopo la cena, quello che si è cucinato se son ricette nuove.

da esperienza precedente le uniche raccomandazioni sono: portatevi gli ingredienti, e se vi servono strumenti da cucina particolari, chiedetemi se in casa li ho. la cucina c'è e ha cinque fuochi, ma lo spazio non è enorme. quindi facciamo l'appello di cosa prepariamo (anche senza dettagli, basta dire antipasto, primo, secondo, dolce) e dei tempi di cucina, in modo da non voler cucinare tutti contemporaneamente. quando sapremo quanti saremo dovremo decidere le quantità, perché non sono ammessi avanzi di nessun tipo (soprattutto di cose animali. gli animali si uccidono per mangiarli, non per buttarli ar cesso).

la data è sabato 19 a cena. la cucina apre al pomeriggio, arrivate quando volete ma chi primo arriva, più sta con gli altri. ricordate che il meglio è cucinare, poi mangiare e poi farsi i complimenti.

l'indirizzo lo darò in privato ai partecipanti. l'invito è riservato ai cuochi di infornoasinistra, che abbiano postato almeno una ricetta. se serve ospitalità per la notte, sono certo che la sistemazione (chez oltranzista o altrove) la si trova facilmente.

e chi vorrebbe ma non potrà esserci, non abbia timore: si rifarà.

chi c'è?

1 settembre 2009

controfiletto al vino rosso

Andate da un macellaio di fiducia per gli altri...

fatevi vendere il miglior controfilleto del mondo...

per fare questo è necessario raccontare il modo in cui volete cuocerlo quel pezzo di carne...

Bene..diciamo pure che vogliamo cuocerlo per un'ora  e mezzo in forno a 80 gradi..

a questo punto dovrebbe aver capito che pezzo ti serviva..e a voi  verificare che non fosse oltre 1,2 kg..

per il resto è fatta ..

accompagnatela con la salsa al vino..

che più o meno è fatta cosi..

burro..scalogno..buccia d'arancia..foglie di mirto..vino rosso..

31 agosto 2009

Sangria Bianca

Metti che ci sia un nuovo utente del blog.
Metti che sia proprio io.
Metti anche che io non abbia idea del modo migliore per presentarmi a quest'allegrissima banda di deliziosi matti.

Metti che si debba preparare qualcosa di diverso dal solito per una festa in campagna, in mezzo al nulla. Qualcosa da bere, specifico meglio.

Si potrebbe ad esempio utilizzare del vino bianco non troppo secco, ad esempio. Aggiungere 1 pesca per ogni litro, sbucciata e tagliata a tocchetti, insieme a 2 mele, 1 arancia a fettine più il succo di una mezza.

Metti che tu abbia sottomano della cannella, qualche chiodo di garofano, menta a sufficienza.

Si potrebbe, ad esempio, mettere a marinare il tutto per 2 orette in frigo molto freddo.

Metti che tu abbia degli amici a cui fare assaggiare il tutto.

Beh, non sarebbe un buon modo per presentarsi?

28 agosto 2009

cucina antica

il nome della ricetta è antichissimo ed è in stretto pugliese e non lo so scrivere. la ricetta anche è antichissima e risale al tempo in cui povere famiglie nell'apparecchiare il desco serale si accorgevano sconfortate di non disporre di nulla per condire il parco desinare, consistente in orecchiette di semola: e allora scuotevano le briciole di antiche forme di caciocavalli stagionati e spremevano le ultime gocciole di olio e e vi apponevano peperoncino.

forse.  insomma, è plausibile. che se no questo trito di formaggio odoroso, mantecato con olio d'oliva e peperoncino, a formare perfetta cremina, l'ho inventato io, di ritorno dal viaggio islandese pastafree e in una casa senza cibarie.

25 agosto 2009

Brazil, lallarallalla lallallà [ma è salsa?]

Se c'è una cosa che mi viene bene son le salse. Credo sia il mio dono, il mischione: raro che ci sia una nota stonata, tutto si sposa, si fonde, collabora.
Molto spesso le spaccio per la più buona della lombardia. Ovviamente tra me e me penso dell'universo mondo ma faccio la modesta.
Bene, stasera mi sono gratificata con la mia salsa tonnata.
È che sto inchiattendo giustogiusto tre settimane prima della prova costume, stolta, e tento di correre ai ripari nutrendomi di verdure [vabbè, lascia stare il calzone che mi sono scofanata a pranzo: sempre detto, io, che le diete si fanno solo a casa].
E mentre guardavo il radicchio che mi spettava per cena e pensavo che avrei aiutato la sua discesa nello stomaco con acqua naturale a temperatura ambiente [hai idea???????] ho pensato che va bene espiare ma il cilicio no!
Dunque ho preso la mia bella scatoletta di tonno, di quelle piccole, un cetriolo sott'aceto, un quarto di limone spremuto, due cucchiai di maionese e poi bzzz.
Ora già ti vedo che storci il naso perchè la maionese già fatta e il cetriolo invece dei capperi. Beh, io ti guardo con sufficienza, aggiungo altri due cucchiai di maionese già fatta e sbatto a riposare in frigorifero quella che già la tua salsa tonnata gliela puppa.
Poi mi distraggo perchè per raggiunger l'eccellenza ci vuol mezzora, ad un certo punto mi riprendo e metto il radicchio sulla piastra elettrica e quando si è grigliato benebene recupero il mio nettare degli dei e ce lo spargo sopra.
A E I O U Y [dai, almeno questa è salsa?]

12 agosto 2009

V per varie

V per vuoi farmi soffrire?.
Perchè i miei spaghetti con le vongole sono buonissimi e se li fai meglio di me io mi mortifico. E vabbè che le vongole del tuo pescivendolo sono più buone di quelle del mio supermercato ma non era quello, era il condimento così aderente alla pasta a mortificarmi.

V per vai a Pizzo calabro e poi me lo dici come sono gli spaghetti alla tarantina.
Mica hanno solo le cozze come sostengono tutte le ricette che ho trovato in rete, nonnò: son fatti con un misto di frutti di mare ed io così li faccio.

V per vediamo un po'
Cozze, vongole, gamberi, calamari ed aglio tagliati a tocchetti piccolipiccoli. Leggermente infarinati, chissà se è questo il segreto che li attacca allo spago, e buttati in un po' d'olio bollente e poco dopo sfumati con del vino bianco.

V per vero.
Con la farina ed il vino si fa una bavetta e quando aggiungi gli spaghetti in padella per il salto finale il sapore di mare si aggrappa alla pasta.

V per volevo il prezzemolo fresco ma non ce lo avevo.

V per vendetta.
T'ho scoperto, mascherina..

6 agosto 2009

alcoologica

- che hai fatto ieri sera?
- mi sono bevuto una bottiglia di rosso
- senza di me? e perché?
- avevo voglia di cucinare, e di mangiare decentemente, non potevo mica farlo senza vino
- ah, e che ti sei cucinato?
- un'insalata
- un'insalata? lo chiami cucinare?
- non potevo mica bere una bottiglia a stomaco vuoto...

4 agosto 2009

Spadelliamo in compagnia

Allora,questa ricetta è nata per caso...
I cuochi in fondo si basano sull'inventare da pochi ingrediandti un piatto unico.
Un giorno pulendo un pezzo di filetto ho preso pezzetti di carne in lamelle,le lamelle sono tocchetti di carne tipo gli straccetti.
Li ho infarinati e messi in una padella capiente con burro olio sale e pepe,bagnandoli con del vino bianco e coprendoli di brodo di carne...si crea una crema dovuta all'unione burro farina brodo...e si lascia cuocere per 15 minuti circa mescolando piano senza causare maremoti sdi salsina per tutta la cucina.
A metà cottura mettete la verdura,che più vi aggrada,precedentemente cotta secondo il vostro piacere...io uso funghi misti e zucchine.
Lasciate finire la cottura e poi servite a tavola.
Consigli d'abbinamento:
-Polenta saracena morbida;
-Polenta gialla grigliata;
-Crostoni di pane passati con olio e aglio.

vino:Direi un buon rosso locale.
Cioè della vostra regione.

1 agosto 2009

Metti una sera di settembre...

...metti che  si incontrino in una casa, una casa qualsiasi, persone non qualsiasi.

Metti che si scelga di cucinare qualcosa di buono non solo per la bocca, cibo che non serva solo a riempire la pancia ma anche gli occhi e il cuore e le parole.

Metti che si prenda un cipollotto e lo si tagli a fettine sottilissime, facendole soffriggere in olio buono ed eventualmente una noce di burro -che fa male, sì, ma quanto è buono-

Poi prendi il riso, che deve essere il Carnaroli e possibilmente quello fuori dal commercio di massa -perché sì, c'è gente che a proposito del riso se la tira proprio tanto-  e ne butti in pentola due pugni per persona più due per la pentola.

Lo fai imbiondire sfumandolo con vino bianco fermo  continuandone poi la cottura aggiungendo, all'occorrenza, il brodo vegetale -ché il dado fa male e fa anche schifo-  e a metà cottura aggiungi il succo di un'arancia e la buccia della stessa tagliata a listarelle.

Due minuti prima di spegnere il fuoco aggiungi i gamberetti e, se ti avanza, ancora un goccio di succo d'arancia.

Poi a tavola.

Risotto. Questo è un risotto.

29 luglio 2009

organaisescion (2)

Sapore di sale, sapore di mare
un gusto un po' amaro di cose perdute
di cose lasciate lontano da noi
dove il mondo è diverso, diverso da qui.


Gino Paoli


no niente io volevo rilanciare.

11 o 18 settembre.

cazzuti e sorridenti come i guerrieri della notte.

SIAMO-CI, abbronzati tra l'altro.

28 luglio 2009

jam session dei superstiti di agosto

dicono che milano in agosto si svuoti. forse è vero, ma io non ci credo più tanto. qualcuno rimane, di sicuro. milano in agosto è la città del chi-c'è-c'è. gli altri li rivedremo a settembre.
dopotutto basta poco per trovarsi. una casa c'è, un tavolo anche. una cucina ragionevolmente spaziosa, pentole e attrezzi vari.
basta una ricetta a testa, da cucinare (facoltativamente ma preferibilmente) sul luogo, e poi mangiare tutto quanto insieme.
le adesioni sono aperte, la data proposta è il primo agosto (sabato, esatto), a cena così si ha tempo per cucinare insieme, ma si accettano altre proposte. adesioni rigorosamente qui in forno a sinistra, e riservate a chi abbia contribuito al blog con almeno una ricetta. se qualcuno arriva da fuori milano, un letto si trova sempre, dai.
chi viene a cucinare insieme?

tartare di tonno al profumo di mare

ci vuole una casa in riva al mare, divisa dalla spiaggia solo da un sentiero e un muretto. un tavolino di plastica da mettere sulla soglia, una barca piccola, spartana ma con un'anima dentro. magari un viaggio, lungo ma fatto con calma, partendo presto per poter viaggiare piano e arrivare in tempo. è indispensabile trovare lì due amici, un trancio di tonno troppo abbondante per gli spaghetti, per cui ne avanza un po'. intanto che la pasta cuoce si apre il rhum e lo si beve strizzandosi in bocca una fetta di lime, passata da una parte nello zucchero di canna e dall'altra nel caffé. ci si sorride guardandosi negli occhi, non serve conoscersi molto per stare bene. e intanto si taglia quell'avanzo di tonno fresco, togliendo con calma il tessuto connettivo tra le fibre, per farne un trito morbido e liscio. il pepe c'è in qualunque casa, per quanto piccola. anche il limone. il prezzemolo pure. due chiacchiere, il racconto di cosa si è fatto dall'ultima volta che ci si è visti. un filo di olio quello buono, ligure che gli altri sono troppo forti. una fetta di cipolla rossa, tagliata finissima. i programmi di domani, un altro sorso di rhum. basta impastare con una forchetta, finché il tonno cambia colore. certo che questa serata è perfetta per un bagno di notte, non si distinguono le stelle dalle luci della costa di fronte.  una tazza è perfetta per dare la forma e fare scena, una volta nel piatto una pioggia di scorza di limone sminuzzata a dare profumo. dura un attimo, giusto il tempo di un bicchiere di vino bianco secco, e di scolare la pasta.

23 luglio 2009

urgenze

Vai al mercato e compri i fiori di zucca (credo sia stagione, visto che c'è pieno) (oppure sono trendy, chè l'arancio dona all'estate).
Poi torni a casa e non hai voglia di fritto.
Mica per salutismo, no, è che non hai voglia della puzza di fritto in casa.
Ma il fiore di zucca ha due particolarità: costa più del pesce e va a male prima.
E siccome hai appena detto ad un amico che lo avevi invitato a cena domani ma poi ti sei ricordata che sei fuori per lavoro e quindi ti ricordi che domani sei fuori per lavoro ed il fiore di zucca tra due giorni sarà da buttare e detesti buttare le cose ma comunque di odore di fritto in casa non ne hai voglia, inventi.
E nel fiore butti dentro pangrattato, salato e pepato. E un cucchiano di crescenza. E di nuovo pangrattato.
E poi inforni. 180*, che te lo dico a fa'? E visto che sono le 21.45 decidi che ci vuole un quarto d'ora, che vabbè cenare tardi ma.
Beh, se la rifai prova ad aggiungere del parmigiano grattuggiato al pane: mancava qualcosa, non so bene cosa ma mancava.
Poi fammi sapere.

22 luglio 2009

Dui puvrun bagna' 'nt l'oli

Ecco a voi l'equivalente del test della cadrega: dui puvrun bagnà 'nt l'oli.
Bon.

A Settembre son pronti i peperoni di Carmagnola, un po' più in là quelli della provincia granda.

Ma dui puvrun sono buoni sempre, ma proprio sempre (chiedetelo alla Perfidia: vi dirà che, dopo il caffè e i dolcetti marocchini, ne ha mangiati ancora una quantità industriale fino a finirli).

Dunque si prendono dei bei peperoni, possibilmente quadrati e sicuramente carnosi.

Si mettono in forno a 180° per un periodo di tempo che non so, girandoli ogni tanto perché la parte rivolta verso l'alto cuoce prima; lo scopo è che si stacchi -bruciandosi comunque le dita- la pellicina.

Dopo questo tempo che -appunto- non so, si tolgono dal forno e si adagiano su un piatto, così da farli tramortire ed esalare l'ultimo respiro; quindi ci si arma di pazienza e si spellano, si tagliano a listarelle larghe un dito facendo attenzione a non trasportare i semini.

In una terrina o contenitore equivalente preparate un lettino di peperoni, salate appena e aggiungete filetti di acciughe, fettine sottili di aglio possibilmente fresco e un filo d'olio buono, saporito, possibilmente verde e torbido.

Continuate ad adagiare strati di peperoni e condite come sopra.

Se dovessero avanzare -ma difficilmente avanzano, soprattutto se la Perfidia viene a cena- si potrebbero condire due spaghetti facendoli saltare in tegame dopo una cottura al dente.

21 luglio 2009

a proposito di filadelfia

mi dicono che non scrivo più ricette. è vero. perché non sto cucinando, mangio quello che capita e quando cucino non vado oltre il risotto (che meriterebbe non una ma cento ricette). mi sto dedicando al consumo compulsivo di generi alimentari, attività che non lascia spazio a preparazioni di alcun tipo.
tuttavia la citazione della crema di latte (oh sulla confezione c'è proprio scritto formaggio!) mi fa venire in mente la crema al gorgonzola, cavallo di battaglia dei miei antipasti. è l'unica ricetta in cui ne ammetto la presenza.

è che quando ho gente a cena (avevo, visto da quanto tempo non invito nessuno) mi piace avere i miei ospiti intorno mentre finisco di preparare, invece di farli stare seduti composti a tavola, magari in religioso silenzio. e allora man mano che arrivano gli presento verdure crude di tutti i generi, e una vasca di filadelfia frullato con il gorgonzola, finché non diventano una cremina liscia e morbida. basta buttarli nel minipimer, io faccio cinquanta e cinquanta ma poi va a gusto; e alla fine, prima dell'ultima girata, un goccio di whiskey.
sui gambi di sedano e sulle carote è un delirio.

18 luglio 2009

proposta autunno/inverno sfilacci e formaggio

Allora io parto in anticipo e vi faccio provare una ricetta tipicamente invernale, ovviamente è indicata per chi ama i formaggi.
Mettete in una padella 250 ml di panna fresca,una confezione di philadelfia, due cucchiai di mascarpone, 3 cucchiaia di grana grattuggiato, dei cubetti di asiago [o formaggio a pasta molle fresco che avete nel frigo].
E mettete sul fuoco a fiamma bassa per far sciogliere il tutto mescolando per non far bruciare ed attaccare il grana.

Cuocete gli gnocchi di patate... potete usare tutti i titpi... piuccoli grandi, con le patate con gli spinaci... va benissimo tutto.
Li buttate in acqua quando bolle e li pescate con una schiumarola quando salgono a galla, versateli nella padella della salsa ai formaggi e, per chi è bravo li fa saltare per chi invece non è pratico... mescolarli piano senza creare un  pastone.
Servire sul piatto e spolverare copiosamente con sfilacci di cavallo.

Deliziosi.

17 luglio 2009

Me against mint

Eh, io mi tendo a vantarmi delle mie piante aromatiche. Mi faccio bella dicendo che il pesto è fatto con il mio basilico, quel tocco in più è dato dalla maggiorana del mio terrazzo, l’erba cipollina che chiude l’involtino è la mia, la salvia fritta la puoi fare solo se hai la pianta e bla bla bla. Ora dovrei vantarmi della menta rigogliosa, invece non posso, perché quella non è rigogliosa, è infestante. Quindi dopo che il mio fegato si è ribellato ai tre mojito a sera non posso fare altro che metterla in ogni ricetta possibile ed immaginabile perché, anche se mi esce dagli occhi, è pur sempre una mia creatura botanica e non la posso estirpare. Quindi con una semplicità disarmante si tagliano delle zucchine a tocchetti, si aggiungono una decine di foglie di menta, il sale, l’acqua appena a coprire e quando le zucchine sono cotte si frulla tutto col minipimer. Tiepida è perfetta, olio e pepe fresco sono d’obbligo. Il più può essere un crostino, qualche cappasanta, dei gamberi, un pezzo di pesce a caso.  Nda. La menta, l’anno prossimo, la faccio piantare a qualcun altro.

risotto ai boletus

Si sta avvicinando la stagione dei funghi e si rende quindi necessario svuotare le ultime scorte di porcini secchi per fare spazio ai nuovi arrivi -in realtà si trovano già i primi Boletus, ma regola n.1 del fungaiolo doc è negare l’evidenza, negare sempre. O almeno depistare l’avversario in zone improduttive…

Detto fatto. Ho preso gli ultimi superstiti –una manciata di porcini secchi- e li ho messi a bagno in una tazza di acqua tiepida fino a quando non hanno raggiunto una consistenza molliccia. Dopodiché li ho tritati grossolanamente con dei pinoli. Nel mentre ho fatto dorare uno spicchio di aglio sminuzzato in un una pentola con un cucchiaio d’olio.

Tra un sorso di birra (preferibilmente una Menabrea) e l’altro ho aggiunto il trito di funghi e pinoli al soffritto di aglio per fargli dare una scottata. Dopo un paio di minuti ho amalgamato il tutto con 1/3 dell’acqua in cui ho messo a mollo i funghi.

Ho aggiunto ancora 1/3 di acqua appena si è consumata quella aggiunta in precedenza e ho aggiustato di sale e pepe.

Dopo qualche minuto (non troppi) è stato necessario aggiungere acqua e un pizzico di sale grosso, l’ho portata quindi alla temperatura di ebollizione per aggiungere il riso e l’ho fatto cuocere.

È importante ingannare quindi l’attesa sorseggiando birra (che deve essere tenuta in fresco) ed eventualmente compensare la cottura con acqua calda se il riso si asciuga anzitempo.

Una volta pronto ho aggiunto del prezzemolo precedentemente tritato e mantecato il tutto.



L’alternativa ai porcini potrebbero essere i Galletti (ma il Boletus non ha rivali, secondo me).

Per ospiti indesiderati, invece dell’Amanita Muscaria potrebbe fare al caso vostro. Ma è preferibile non invitarli proprio…